"Non sapevo fosse minorenne": i silenzi nella difesa degli indagati di Villa Inferno
Luca Cavazza si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre ha risposto alle domande del giudice l'altro indagato finito ai domiciliari, il parrucchiere Fabrizio Cresi, negando ogni coinvolgimento

Luca Cavazza si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Bologna, Letizio Magliaro: l'ex candidato leghista (non iscritto al partito di Matteo Salvini) alle ultime elezioni regionali si trova agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta Villa Inferno su un giro di festini a base di sesso e cocaina in cui era coinvolta anche una 17enne.
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Ha invece risposto alle domande del giudice l'altro indagato finito ai domiciliari, il parrucchiere Fabrizio Cresi. Parlando con i cronisti, la sua legale, Donata Malmusi, spiega che Cresi "ha cercato di chiarire il suo coinvolgimento", aggiungendo che "si è dichiarato estraneo al contesto di Villa Inferno".
Festini e prostituzione a Bologna: la posizione di Cavazza e Cresi
Quanto alla 17enne coinvolta, Cresi "non sapeva che la ragazza fosse minorenne", afferma il legale, precisando che Cresi avrebbe riferito di "averla conosciuta perché è un'amica della sua ex fidanzata una mattina, per poi andare tutti insieme a casa sua". In seguito, aggiunge, i due "si sono sentiti alcune volte al telefono".
Per chiarire meglio la posizione di Cresi, conclude Malmusi, "la Procura dovrebbe sentire la sua ex fidanzata, e se non lo farà mi attiverò per chiedere al pm di ascoltarla". In mattinata, infine, verranno sentiti gli altri quattro indagati sottoposti all'obbligo di firma.
Festini a villa inferno: scarcerato Bacci
Ieri è stato scarcerato l'imprenditore 49enne Davide Bacci, l'unico indagato nell'inchiesta sui festini a base di sesso e droga per cui era stata disposta la custodia cautelare in carcere. Come riporta l'agenzia di stampa Dire il gip di Bologna, Letizio Magliaro, ha quindi accolto la richiesta dei legali di Bacci che però, non andrà ai domiciliari nella sua villa di Pianoro in cui si svolgevano i festini (ribattezzata 'Villa Inferno'), ma a casa del padre, dove per il giudice non sussiste il rischio di reiterazione dei reati in materia di stupefacenti e di prostituzione minorile che gli vengono contestati.
Proseguono le indagini su telefoni, tablet e computer sequestrati. Scopo, capire se eventualmente possano emergere altri episodi dove la 17enne o altri minori abbiano partecipato ad altre feste hard a base di cocaina. Nei gironi scorsi è trapelato come una quindicina di nomi fossero già oggetto di approfondimento da parte della procura.