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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca L'Aquila

L'Aquila, la notte più lunga: in seimila alla fiaccolata otto anni dopo il terremoto

L'Aquila ricorda le vittime del devastante terremoto del 6 aprile del 2009. Più di seimila persone hanno preso parte alla fiaccolata. Al fianco degli aquilani c'erano anche gli abitanti di Amatrice, Arquata e tanti paesi colpiti dai terremoti dei mesi scorsi in Centro Italia

L'Aquila ricorda le vittime del devastante terremoto del 6 aprile del 2009. Più di seimila persone hanno preso parte alla fiaccolata per l'ottava ricorrenza del sisma che ha distrutto il capoluogo abruzzese. Al fianco degli aquilani c'erano anche gli abitanti di Amatrice, Arquata e tanti paesi colpiti dai terremoti di agosto, ottobre e gennaio scorsi.

Il corteo è arrivato in piazza Duomo intorno a mezzanotte e mezza, con la temperatura già molto bassa, e poco dopo è iniziata la lettura dei nomi delle 309 vittime, anticipata dalla frase "e loro non ci sono più".

In prima fila gli striscioni "Per loro, per tutti" dei familiari di chi perse la vita alle 3.32 in quella notte drammatica. "Neanche stasera tornerà a casa" si legge sugli striscioni esposti dai genitori dei ragazzi morti alla Casa dello studente e "La ri-scossa dei terremotati" degli abitanti del Centro Italia colpiti dal recente sisma.

I gonfaloni della Regione Abruzzo, della Provincia de L'Aquila e della città di Rieti erano presenti in piazza. Qualche partecipante ha ascoltato la lettura dei nomi in ginocchio sul selciato della piazza. Alla fine sono stati ricordati i morti del terremoto che ha colpito il Centro Italia, della Terra dei fuochi, le vittime dell'amianto e quelle di San Giuliano di Puglia. Subito dopo, i 309 rintocchi della campana della chiesa delle Anime Sante, tornata a suonare da pochi mesi nell'ambito dei lavori di ricostruzione ormai quasi terminati.

La fiaccolata è terminata intorno all'una, poi molti hanno partecipato alla messa nella vicina chiesa di San Giuseppe Artigiano, celebrata dall'arcivescovo metropolita monsignor Giuseppe Petrocchi.

"La morte non ha l'ultima parola, questo non toglie il dolore ma rende più sereni", ha detto Petrocchi durante l'omelia. "Eravamo convinti che il terremoto non sarebbe più venuto e invece ha colpito popolazioni sorelle, persone che conoscevo avendo fatto il parroco in quei paesi cancellati. Ora li ringrazio come ha fatto Papa Francesco per la loro testimonianza", ha concluso. Dopo la messa, la veglia finale fino alle 3.32 nella Cappella della memoria accanto alla chiesa delle Anime Sante.

L'Aquila, festa della non ricostruzione

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