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Martedì, 23 Aprile 2024
ECONOMIA

Fiat si trasferisce in Olanda: "Italia sotto choc!"

Chiaro il titolo del quotidiano economico tedesco Handelsblatt: "Arrivederci Italia". Fiat Chrysler Automobiles avrà la sua sede legale nei Paesi Bassi e sarà quotata a New York e Milano

Dopo l'acquisto di Chrysler Group, Fiat pone un'altra pietra verso la sua riogranizzazione: il consiglio di amministrazione di Fiat ha approvato la costituzione di Fiat Chrysler Automobiles ("FCA"), "un costruttore di automobili integrato e globale". Le azioni ordinarie di Fiat Chrysler Automobiles saranno quotate a New York e a Milano mentre la sede legale sarà in Olanda mentre quella fiscale sarà nel Regno Unito.

L'obiettivo del nuovo corso di Fiat è quello di costituire "un'azienda che, per dimensioni e capacità di attrazione sui mercati finanziari, sia comparabile ai migliori concorrenti internazionali, il Consiglio - si legge nella nota diffusa dalla Società - ha deciso di costituire Fiat Chrysler Automobiles N.V., società di diritto olandese che diventerà la holding del Gruppo".

STOP AI DIVIDENDI - Il Cda di Fiat, in pendenza dell'approvazione del progetto di bilancio al 31 dicembre 2013 di Fiat Spa prevista per il 27 febbraio 2014, ha deciso di non raccomandare la distribuzione di un dividendo alle azioni Fiat, considerando che Fiat "intende mantenere un equilibrato livello di liquidità a seguito dell'acquisizione della quota minoritaria in Chrysler Group".

SEDE FISCALE - "Ci si attende che Fiat Chrysler Automobiles abbia la residenza ai fini fiscali nel Regno Unito". Lo ha comunicato la società spiegando che "questa scelta non avrà effetti sull'imposizione fiscale cui continueranno ad essere soggette le società del gruppo nei vari Paesi in cui svolgeranno le loro attività". "Le scelte societarie fatte oggi, in particolare quella sulla sede legale - sottolinea il gruppo automobilistico - nascono da necessità e opportunità derivanti dal fatto che, con l`unione di Fiat e di Chrysler, si viene a creare un grande gruppo automobilistico internazionale presente in tutto il mondo".

IL BILANCIO - Al 31 dicembre 2013 la liquidità disponibile complessiva, incluse linee di credito committed non utilizzate per 3 miliardi di euro, era di 22,7 miliardi di euro, in crescita di 2,6 miliardi di euro rispetto al 30 settembre 2013. Per Fiat esclusa Chrysler, la liquidità disponibile complessiva era pari a 12,1 miliardi di euro; per Chrysler era pari a 10,6 miliardi di euro. Nel 2013 l'utile netto del gruppo Fiat è salito a 1,951 miliardi di euro dagli 896 milioni del 2012, rideterminato a seguito dell'adozione dell'emendamento allo Ias 19). Include 1,5 miliardi di euro riferiti all'impatto positivo della rilevazione di imposte differite attive nette di Chrysler compensato da oneri atipici netti per 0,5 miliardi di euro. Chrysler Group, ora completamente controllata da Fiat, nel quarto trimestre 2013 ha visto crescere l'utile netto a 1,62 miliardi di dollari dai 378 milioni dello stesso periodo dell'anno scorso. Si tratta del decimo trimestre positivo di fila.

"ITALIA SOTTO CHOC" - Una delle letture più chiare di quanto sta avvenendo nel nostro Paese arriva, come spesso accade, dall'estero. Due semplici parole quelle scelte dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt: "Arrivederci Italia!". Ancor più chiaro il sottotitolo: "Il Belpaese sotto choc". Come spiega l'editoriale del quotidiano, "in Italia è scoppiato il panico per il timore che parte di Fiat possa essere trasferita all'estero. In realtà il passaggio è in corso già da tempo" ricorda Handelsblatt: "Dal 1990 il numero delle vetture prodotte in Italia è crollato da 1,9 milioni ad appena 400mila nel 2012. L'Italia può anche strillare se Marchionne sposta la sede legale. Ma il danno è già fatto da tempo".

LA SPERANZA - Secondo il quotidiano tedesco, però, per l'Italia non è tutto perduto, come mostra il settore tessile che ha vissuto "un mutamento drammatico: i produttori della fascia medio-bassa hanno dovuto chiudere quasi completamente perchè non hanno potuto reggere la concorrenza dall'Asia. Al contrario le grandi marche, che investono in qualità e innovazione, stanno facendo boom". Per questo, conclude l'editoriale, l'idea di Marchionne di produrre in Italia soprattutto auto di fascia superiore "Alfa Romeo, Maserati e Ferrari, va nella giusta direzione". Che sia chiara una cosa, però: "Fiat non raggiungerà mai più il numero di occupati degli anni '90 del boom. Quello resta un sogno del passato".

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