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Venerdì, 19 Aprile 2024
Nuovo appello per la verità / Matera

Luca Orioli e Marirosa Andreotta: il giallo dei due fidanzatini di Policoro trovati morti in bagno

I due ventenni vennero trovati senza vita in bagno il 23 marzo 1988. Libera Basilicata chiede la riapertura del caso rilanciando l'appello della madre di Orioli, Olimpia Fuina. 35 anni senza certezze. Tragedia o omicidio?

La verità non ha data di scadenza. A 35 anni dalla morte di Luca Orioli e Marirosa Andreotta, una coppia di fidanzati ventenni di Policoro, in provincia di Matera, trovati morti in casa della ragazza il 23 marzo 1988, Libera Basilicata ha chiesto la riapertura del caso rilanciando l'appello che da sempre viene rivolto dalla madre di Orioli, Olimpia Fuina.

Il giallo dei fidanzati di Policoro trovati morti nel 1988

Trentacinque anni ''di dolore, di misteri, di omissioni'', secondo don Marcello Cozzi, del coordinamento di Libera Basilicata e presidente della Fondazione Interesse Uomo. I due ragazzi furono trovati senza vita nel bagno della casa di lei a Policoro. La loro tragedia fu ribattezzata la storia dei fidanzatini di Policoro.

''Ricordare ancora quell'accadimento, oggi, non è solo un esercizio di sacrosanta memoria - ha detto don Cozzi -. E' un grido che continua adecheggiare nonostante i silenzi, gli sguardi altrove. Perché su quella vicenda non si è mai conosciuta tutta la verità. Come abbiamo più volte ribadito non ci convince il percorso giudiziario che ha approdato ad un giudizio contestabile. Un percorso accompagnato da un contesto sociale che, nella maggior parte dei casi, ha avvallato questi silenzi e ha cercato, fortunatamente invano, di portare al silenzio chi ha sempre urlato la sua sete di verità e di giustizia''.

La versione ufficiale: incidente in bagno, folgorati

La vicenda giudiziaria si è chiusa senza responsabilità perché non sono stati individuati elementi diversi rispetto alla ricostruzione di un incidente in bagno per elettrocuzione. Folgorati da una scarica elettrica. Quel pomeriggio Marirosa Andreotta era tornata da Napoli, dove era iscritta alla Facoltà universitaria di Architettura mentre Luca Orioli, che studiava Giurisprudenza alla Cattolica di Milano, era rientrato da qualche giorno a Policoro per festeggiare l'onomastico del padre Pino.

Antonia Giannotti, la madre di Marirosa, la sera del 23 marzo 1988, intorno a mezzanotte è rientrata in casa e in fondo al corridoio ha visto la luce provenire dalla porta aperta del bagno. Quando è arrivata di fronte alla porta, ha visto sul pavimento il corpo disteso di Luca Orioli, mentre il cadavere della figlia galleggiava nella vasca piena di acqua.  I corpi dei fidanzatini di Policoro, però, presentavano secondo alcune testimonianze segni evidenti di colluttazione.

Nel tempo sono state svolte indagini ma le inchieste sono state sempre archiviate. Libera rinnova l'appello ''affinché il caso possa essere non solo riaperto, ma affrontato utilizzando nuove tecnologie che, finalmente, riescano a raccontare elementi che già esistevano nella loro evidenza ma che possano essere confermati per scrivere un capitolo di verità''.

L'ipotesi omicidio e tutte le piste "fantasiose"

Per don Marcello Cozzi, Luca e Marirosa erano ''due giovani che sono stati stroncati nel pieno della loro primavera e che hanno perso la vita all'inizio di una primavera'' e ''hanno il diritto che gli vengano restituite verità e giustizia, un diritto che nessuna legge può annullare neanche il diritto all'oblio di quelle mani che hanno tolto loro la vita. Perché la responsabilità di chi si è reso colpevole, di chi ha omesso e chi ha depistato resta in eterno e va oltre le aule dei tribunali''.

Negli anni si sono riesumati i cadaveri, una nuova perizia ipotizzò l'omicidio, del caso si discusse anche in Parlamento, l'allora ministro della Giustizia, Piero Fassino, nel 2000, parlò di insufficienza degli accertamenti espletati", e tuttavia non accadrà nulla. Il papà di Luca è morto, e ad aspettare giustizia resta sua madre, Olimpia. Che ha sempre sostenuto, sulla base di varie perizie e testimonianze, ci sia stato un depistaggio: troppe persone sarebbero entrate in quella casa di Policoro in una sera di inizio primavera, forse cancellando addirittura macchie di sangue. Perché lo avrebbero fatto? Una domanda rimasta senza risposta. Tante le piste, molte fantasiose, senza riscontri, e senza esito percorse negli anni, in libri, articoli di giornale, trasmissioni tv, dai "festini" a uno scherzo finito male. Altri ancora hanno visto stagliarsi dietro ai corpi dei due ragazzi l'ombra nera dei poteri locali. 

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