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Giovedì, 25 Aprile 2024
ECONOMIA

Grandi opere e finanziamenti record: ecco il piano contro il dissesto idrogeologico

Genova è quella che riceverà più soldi, dopo l'alluvione che l'ha colpita. La seguono Padova e Milano. In tutto verranno spesi 600 milioni ma già dall'anno prossimo la cifra salirà in maniera esponenziale: un conto per lo Stato di 1.250 milioni di euro

Ci sarà Genova, che riceverà più finanziamenti in assoluto, vista anche l'alluvione che l'ha colpita: 275 milioni di euro. Poi Padova che ne riceverà 93,2 milioni, Milano con 85 e Firenze con 45. In tutto un budget di 600 milioni di finanzimenti previsti nel Piano stralcio contro il dissesto idrogeologio che il governo sta per varare e lo farà con in Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) nei prossimi giorni. 

Ma non finisce qui: la lista per rimettere a posto i danni dovuti al dissesto è lunga, previsti ben 250. I 600 milioni andranno a coprire solo i primi 37 interventi, come previsto dalla delibera Cipe n° 153 del 20 febbraio 2015. Gli altri, invece, verranno finanziati nella prossima legge di Stabilità con circa 500 milioni. Infine c'è anche una lista di interventi che riguarderanno le grandi città che avrà bisogno di altri 150 milioni di euro. Insomma a conti fatti tra gli interventi finanziati con il Dpcm (600 milioni) e quelli che arriveranno con la legge di Stabilità del prossimo anno (500 + 150) la cifra dei finanziamenti arriva a 1.250 milioni di euro. 

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I PRIMI INTERVENTI FINANZIATI - Anche se sono stati stanziati 600 milioni di euro di copertura per i primi 35 interventi, in realtà ne serviranno 760, cifra a cui si arriverà grazie a risorse di Comuni e Regioni. A Genova sono previsti quattro interventi e in tutto, anche se la cifra prevista è di 250 milioni, se ne spenderanno 315. Nell'area di Milano invece serviranno 115,6 milioni e in quella di Firenze 99,1. Poi c'è Padova, dove la cifra di spesa sarà di più di 93 milioni. Le altre opere prenderanno vita a Pescara, Bologna, Olbia, Cesena, Pisa, Pontedera, Carrara e Arezzo. 

Città importanti come Roma, Reggio Calabria, Torino, Messina, Catania e Napoli compaiono solo nella seconda lista, da finanziare con la legge di stabilità, perché non avevano progetti immediatamente cantierabili.

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