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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca / Treviso

L'inchiesta sulle finte vaccinazioni per ottenere il green pass

Gli episodi sarebbero avvenuti in un hub della provincia di Treviso. Dopo le indagini a carico di un'infermiera gli inquirenti vogliono interrogare una trentina di persona tra insegnanti, bidelli e sanitari

Si allarga l'inchiesta della squadra mobile di Treviso sul caso dell'infermiera di 48 anni, Elena Venzo, accusata di aver in più occasioni finto di effettuare vaccinazioni ad amici e conoscenti per consentire loro di ottenere agevolmente il green pass ed evitare di perdere lo stipendio.

Il caso era scoppiato ad inizio settembre. Come riferisce TrevisoToday, prossimi giorni gli investigatori interrogheranno una trentina di persone, tra cui insegnanti, bidelli, infermieri, medici, altri professionisti e semplici impiegati, tutti in qualche modo legati all'infermiera che fino ai primi di settembre aveva prestato servizio in un centro vaccinale di Villorba, nel Trevigiano. 

In più di un'occasione, almeno secondo gli inquirenti, la 48enne avrebbe finto di effettuare la vaccinazione contro il Covid 19 necessaria al rilascio del green pass. 

L'ultimo episodio risale al 2 settembre scorso, quando ad una vecchia amica, che sarebbe stata terrorizzata dall'inizione a causa di una reazione avversa particolarente grave avuta dalla figlia e legata ad un vaccino pediatrico, la donna avrebbe inoculato solo metà della dose. Ma è stata scoperta nel corso di un vero e proprio blitz della Polizia, che l'ha praticamente colta sul fatto. Negli altri casi pare che la Venzo effettuasse la puntura ma svuotasse il contenuto della fiala in batuffoli di cotone.

Da alcuni mesi la squadra mobile, coordinata dal sostituto procuratore Gabriella Cama, indagava sulla 48enne. Da giorno del blitz della polizia l'infermiera, difesa dall'avvocato Stefania Bertoldi, non ha più prestato servizio, in attesa dell'esito della vicenda giudiziaria che la riguarda: professionista molto stimata (è iscritta all'albo fin dal 1995), si era resa disponibile a prestare servizio per la campagna di vaccinazione (lei stessa è regolarmente immunizzata, ha sottolineato l'azienda) dai primi mesi del 2021, prima al Bocciodromo di Villorba, poi all'Hub dell'ex Maber. 

Nella lista degli indagati, per falso ideologico e omissione di atti d'ufficio, ci sono attualmente soltanto l'infermiera e l'insegnante che era stata colta sul fatto mentre riceveva il "trattamento di favore" da parte dell'amica infermiera all'Hub vaccinale dell'ex Maber a Castrette di Villorba. Dopo la mancata inoculazione, con il vaccino che era finito sul batuffolo di cotone e non iniettato sul braccio della professoressa, gli agenti della squadra mobile di Treviso, coordinati dal dirigente Immacolata Benvenuto, erano intervenuti immediatamente, accompagnando entrambe in Questura per essere interrogate.

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