rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
CRISI CASA

Il Piano Casa arriva nella città di Renzi: "Staccate luce, acqua e gas"

Nella città del premier si applica il decreto Lupi: all'albergo Concorde, occupato da una ventina di famiglie, hanno staccato tutto. Quando hanno chiesto di pagarli, il comune ha rifiutato

Lo avevano annunciato tempo fa e i movimenti per il diritto all'abitare avevano dato vita a diverse proteste. Stiamo parlando del Piano Casa, voluto a quattro mani da Renzi e dal ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi. Sotto accusa, per chi si batte per il diritto alla casa, c'era in particolare l'articolo 5 che toglieva la possibilità di prendere la residenza nelle occupazioni. Questo voleva anche dire niente servizi gestiti dal Comune: niente sanità, scuola ma anche acqua, luce e gas negli stabili occupati.

PIANO CASA APPLICATO ALLA LETTERA - Il decreto Lupi si applica alla lettera in particolare in una città: Firenze, tanto amata da Renzi. Qui il movimento per il diritto alla casa aveva occupato un vecchio albergo in disuso, il Concorde. A marzo erano andate a vivere qui circa cento persone: giovani, anziani, italiani e non, in tutto venti famiglie e circa trenta bambini.

Poi quest'estate la sorpresa: acqua, luce e gas sono stati staccati. La ragione? L'articolo 5 del decreto Lupi e la sua applicazione alla lettera. "Se tutto andasse applicato alla lettera bisognerebbe partire dalla Costituzione" ci dice Ornella De Zordo, consigliera comunale fiorentina dell'opposizione.

UN MESE SENZA ACQUA, LUCE E GAS - Le circa cento persone sono rimaste un mese al buio: "Gli occupanti, ai quali va tutta la nostra solidarietà, hanno a lungo chiesto di poter fare un regolare contratto, ma Enel non ha voluto senza l’autorizzazione del Comune e questo l’ha negata" spiega Maurizio De Zordo sul sito di perunaltracitta.org.

"Inutile spiegare che per le famiglie c'era un disagio reale. Purtroppo non siamo ancora capaci di fare i pannelli fotovoltaici. Ma se andremo avanti così impareremo - ci spiega al telefono Lorenzo Bargellini, del movimento per la casa fiorentino - Il Concorde è un luogo accogliente e di aggregazione. E' una delle occupazioni simbolo a Firenze ma dentro non vive mica un esercito di rivoluzionari. Sono persone che altrimenti starebbero per strada".

NIENTE OCCUPAZIONI IN CENTRO - I circa cento occupanti sono arrivati a marzo 2014 al hotel, dopo aver subito due sgomberi. Il primo di questi era stato in un stabile in via dei Servi, una zona centrale della città: "Quando Renzi era sindaco il movimento per il diritto alla casa veniva proprio combattuto dall'amministrazione: sgomberi veloci, in particolare quelli in centro, per una questione d'immagine" commenta Ornella De Zordo.

UNA QUESTIONE D'IMMAGINE - L'emergenza abitativa in Italia è cresciuta con l'aumentare della crisi: Firenze non è stata un'eccezione ma qui, e in altre città in Italia, è stata gestita dall'amministrazione come un problema di ordine pubblico e non come un problema sociale. "Si potrebbero riconvertire in alloggi molte strutture. Le alternative allo sgombero o all'articolo 5 del decreto Lupi ci sono. Ma non c'è la volontà politica - continua De Zordo - il primo assessore alla casa dell'amministrazione Renzi neppure voleva incontrare chi occupava, per non legittimarli".

FIRENZE LABORATORIO POLITICO - La città tanto amata dal premier sembra essere il suo laboratorio politico: "Durante il mandato di Renzi non erano tollerate le nuove occupazioni ma la situazione non veniva affrontata. Ha investito molto in turismo e infrastrutture per fare di Firenze una città immagine, come se già non lo fosse. Voleva molto puntare su questo, applicando in piccolo quello che adesso sta facendo da primo ministro: si punta sull'immagine anche se i problemi sociali rimangono" conclude De Zordo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il Piano Casa arriva nella città di Renzi: "Staccate luce, acqua e gas"

Today è in caricamento