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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'inchiesta

Foto e video pedopornografici anche di neonati: arresti in tutta Italia

Le accuse nei confronti degli indagati sono di divulgazione, cessione e detenzione di materiale pedopornografico. In totale sono stati sequestrati più di 250mila file

Si sarebbero scambiati centinaia di foto e video di natura pornografica che riguardavano anche neonati. Tredici arresti e ventuno denunce in tutta Italia in un'operazione della Polizia, compiuta anche sotto copertura, contro lo sfruttamento sessuale dei minori online. L'inchiesta, durata un anno e mezzo, è stata condotta, sotto la direzione della Procura di Palermo, dal Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Sicilia occidentale con il coordinamento del Servizio Centrale presso il Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online.

Foto e video pedopornografici sul "dark web", arresti e denunce in tutta Italia

Tredici persone avevano una grande quantità di file pedopornografici: per loro è stato disposto l'arresto. Altre ventuno sono state denunciate. A finire sotto inchiesta persone di età e categorie diverse: dal dipendente pubblico al professionista, da persone con istruzione limitata a laureati. "Ciò a testimonianza della diffusione trasversale del fenomeno", spiegano gli investigatori. È stata ricostruita l'intera rete di rapporti, tra cittadini italiani e stranieri, che detenevano e scambiavano su Internet foto e video con "atti sessuali tra adulti e minori, violenze sessuali subìte da bambini, e talvolta anche contenuti pedopornografici realizzati in danno di neonati".

Le accuse nei confronti degli indagati sono di divulgazione, cessione e detenzione di materiale pedopornografico. In totale sono stati sequestrati più di 250mila file. Sono in corso accertamenti sulle immagini e sui frame del materiale sequestrato nel tentativo di dare un nome alle piccole vittime di abusi per consentirne la messa in sicurezza. L'indagine prende le mosse dall'attività di monitoraggio svolta da tutti i compartimenti italiani tanto sui canali di file sharing, quanto su piattaforme di chat e nel dark web, luoghi virtuali in cui gli investigatori si sono avvalsi di agenti infiltrati.

Nell'ottobre 2019, la Procura di Palermo ha autorizzato a svolgere attività sotto copertura che prevedono il coordinamento nazionale del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni. Gli operatori, che si sono infiltrati in canali specifici di scambio del materiale illecito, considerati dagli indagati affidabili grazie all'anonimato garantito dalla rete, sono riusciti a individuare le utenze attraverso le quali avvenivano le connessioni risalendo a persone residenti in tredici diverse regioni italiane.

I risultati del lavoro sotto copertura - insieme alle indagini informatiche, ai sopralluoghi e ai pedinamenti - hanno portato l'autorità giudiziaria a disporre perquisizioni in tutta Italia. Nelle abitazioni degli indagati sono stati sequestrati dagli investigatori della Postale numerosissimi dispositivi informatici utilizzati anche per la conservazione dei file, spesso nascosti in contenitori come provette e confezioni per farmaci.

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