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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Estrema destra / Nuoro

Terrorismo neofascista, 4 arresti: cos'è il Fronte Legionario Sardo

L'obiettivo del gruppo era ricreare una milizia armata, secondo gli inquirenti. Si era dotato anche di un simbolo: numerosi atti intimidatori

I reati contestati a vario titolo sono associazione con finalità di eversione, ricostituzione del disciolto partito fascista, associazione finalizzata allo spaccio e alle rapine. Sono tre le persone finite in carcere e una ai domiciliari, oltre a 11 indagati, nell'ambito dell'operazione "Reazione" dei Carabinieri del Ros in collaborazione con il comando provinciale di Nuoro, lo squadrone eliportato Cacciatori "Sardegna", il nucleo elicotteri di Elmas e quello cinofili.

Il Fronte Legionario Sardo era attivo nel Nord Sardegna

Secondo quanto emerso dalle indagini il gruppo neofascista, attivo in particolare nel Nuorese e nel nord Sardegna sotto la sigla Fronte Legionario Sardo, aveva messo in atto numerosi atti intimidatori (compiuti anche con armi ed esplosivi), anche ai danni del sindaco di Torpè e diversi altri amministratori della Baronia, con l'invio di minacce di morte e proiettili calibro 7.65 in occasione delle elezioni, con una chiara indicazione: "non andate a votare".

Il Fronte Legionario sardo aveva l'obiettivo di indirizzare l'intero territorio della Baronia verso una cultura reazionaria e neofascista. "Una signoria criminale", l'hanno definita i carabinieri del Ros. Chiunque provasse a collaborare con le forze dell’ordine veniva subito preso di mira.

La zona in cui operava il gruppo

Le indagini erano partite nel maggio 2019 attorno al sedicente Fronte, che secondo gli investigatori agiva per il controllo del territorio, procurandosi il denaro con la coltivazione e lo spaccio di marijuana e con le rapine. Dalle indagini relative all'operazione "Reazione" sono emerse attività intimidatorie, oltre traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Ma anche reati contro la persona e il patrimonio. Nel solo 2019 c'erano stati due attentati al mese nel circondario di Torpè, contro autorità politiche, sedi istituzionali, immigrati extracomunitari o semplici cittadini. Presso alcuni seggi e abitazioni di politici locali erano stati trovati alcuni proiettili allegati a un volantino a firma di un sedicente Movimento Politico Reazionario (Mpr), anti-immigrazione e di ispirazione di estrema destra sovranista.

Secondo l'impianto accusatorio ai vertici c'era Ananio Manca che era diventato nel territorio polo aggregativo per numerose ulteriori soggettività. L'obiettivo,dopo la fine della breve esperienza nel Movimento Politico Reazionario, sarebbe stato quello di ricreare una vera milizia e il gruppo si era dotato anche di un simbolo. Nel corso delle perquisizioni sono state trovate armi clandestine.

L'operazione dei Ros

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