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Giovedì, 28 Marzo 2024
Le indagini / Verbano-Cusio-Ossola

Funivia Mottarone: tutti gli ostacoli da superare per la rimozione della cabina

Nel tragico incidente hanno perso la vita 14 persone. La rimozione è "una operazione di notevole complessità, tenuto conto del luogo in cui si trova la cabina, una area impervia non raggiungibile con mezzi di terra, e della sua mole". Le indagini proseguono senza sosta. L'avvocato di Tadini sottolinea la necessità di mettere al riparo i resti dalle intemperie ma anche da eventuali malintenzionati. Per il procuratore capo Olimpia Bossi e il pm Laura Carrera, invece, la richiesta a "soli 11 giorni" dal disastro appare "prematura"

Serve a programmare la rimozione in sicurezza della cabina precipitata il sopralluogo di oggi del consulente tecnico della Procura di Verbania, il professor Giorgio Chiandussi del Politecnico di Torino, sul luogo dell'incidente della funivia del Mottarone in cui sono morte quattordici persone. Sul posto c'è anche il comandante dei vigili del fuoco di Verbania, Doriano Minisini.

L'incidente risale a due settimane fa: era il 23 maggio 2021 quando la fune traente dell'impianto ha ceduto, causando la caduta di una delle cabine in transito, al cui interno si trovavano 15 persone: 14 morti e un bimbo gravemente ferito e ora fuori pericolo (il piccolo Eitan). Erano le 12:30: a soli 3 metri circa dalla stazione in vetta al Mottarone, si è verificato un cedimento strutturale della principale fune traente, causando il distacco di una delle cabine in servizio, che dopo aver retrocesso a forte velocità, si è sganciata dalla fune portante in corrispondenza di uno dei piloni del tracciato ed è precipitata al suolo dopo una caduta di oltre 20 metri, finendo in una zona boschiva. La cabina è ancora lì. La rimozione è "una operazione di notevole complessità, tenuto conto del luogo in cui si trova la cabina, una area impervia non raggiungibile con mezzi di terra, e della sua mole", spiegano il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, e il pm Laura Carrera, nelle deduzioni con cui chiedono al gip, Donatella Banci Buonamici, di rigettare la richiesta di incidente probatorio avanzata dalla difesa del caposervizio della funivia, Gabriele Tadini, uno dei tre indagati per l'incidente.

La rimozione della cabina (potrebbero essere coinvolti nell'operazione anche elicotteristi) dovrà quindi comportare "il coinvolgimento di strutture specializzate pubbliche e private, con correlativa predisposizione di un piano articolato di intervento di rimozione". Non è chiaro dove potrà essere custodita la cabina una volta rimossa. Gli occhi sono puntati sugli accertamenti di carattere irripetibile necessari all'individuazione di tutte le cause del disastro sul Mottarone.

La richiesta di incidente probatorio sui resti della cabina

Dopo l'opera di primo soccorso, il procuratore di Verbania Olimpia Bossi aveva disposto il sequestro dell'impianto della funivia. Le indagini continuano "senza sosta" e aspetti tecnici non di facile comprensione in questa fase diventano preponderanti. Potrebbe infatti essere presentato oggi il ricorso del pm Olimpia Bossi al Tribunale del Riesame contro la mancata convalida del fermo di Luigi Nerini e Enrico Perocchio, il gestore e il direttore tecnico dell'impianto, tornati liberi per decisione del gip. Secondo fonti di agenzia  la Procura avrebbe raccolto (il condizionale è d'obbligo), con l'approfondimento delle indagini, elementi utili a circostanziare maggiormente la richiesta di custodia cautelare.

Il gip, Donatella Banti Bonamici, dovrebbe decidere oggi sulla istanza di incidente probatorio presentata dall'avvocato Marcello Perillo, difensore di Gabriele Tadini, caposervizio della Funivia del Mottarone, l'unico per il quale è tuttora vigente una misura di custodia cautelare (domiciliari). L'avvocato di Tadini sottolinea la necessità di mettere al riparo i resti dalle intemperie ma anche da eventuali malintenzionati. Per il procuratore capo Olimpia Bossi e il pm Laura Carrera, invece, la richiesta a "soli 11 giorni" dal disastro appare "prematura" non solo perché la cabina e la fune traente sono state coperte "da teloni" come chiesto dal consulente della procura, ma anche perché si sottovalutano le operazioni di rimozione della cabina per le quali oggi si procede con un sopralluogo con i vigili del fuoco.

Secondo la procura locale che a 48 ore dalla tragedia aveva emesso tre fermi in carcere (il gestore Luigi Nerini e il direttore di esercizio Enrico Perocchio sono ora solo indagati) la richiesta di incidente probatorio è anche prematura perché "la complessità dei profili della gestione, manutenzione e sicurezza" dell'impianto del Mottarone impone la doverosa ed esaustiva acquisizione di tutta la documentazione" presso le società incaricate della manutenzione e di Ustif preposto ai controlli, oltre che "l'assunzione di ulteriori informazioni e dichiarazioni" per individuare "in modo completo, ma al tempo stesso cauto, e preciso e non genericamente estensivo, tutti ed esclusivamente i soggetti a carico dei quali possa profilarsi la sussistenza di elementi indiziari di corresponsabilità". 

Se il gip concedesse l'immediato svolgimento dell'incidente probatorio sulla fune e sul sistema frenante come chiesto dalla difesa di Tadini, si "pregiudicherebbe in modo irreversibile lo svolgimento delle attività di indagine", avverte la procura che chiede accertamenti più approfonditi sull'impianto anche per capire se la decisione di Tadini di bloccare i forchettoni abbiano inciso sulla rottura della fune traente. La procura chiede di dichiarare la richiesta inammissibile (non è stata notificata a Perocchio ma solo al suo difensore), di rigettarla perché infondata o in subordine disporla tra "almeno due mesi" per individuare tutti gli indagati che devono partecipare agli accertamenti irripetibili.

La richiesta riguarda le modalità attraverso cui procedere alle verifiche e alle perizie tecniche sul relitto della cabina e sul cavo spezzato. La Procura ha gia' da giorni ipotizzato di disporre un "accertamento tecnico non ripetibile", mentre il legale di Tadini chiede, appunto, l'incidente probatorio. Le differenze tra le due modalita' sono sottili. Quasi impercettibili. L'accertamento tecnico non ripetibile è disposto in via esclusiva dal pubblico ministero invece l'incidente probatorio puo' essere richiesto sia dal p.m. che dall'indagato oltre che dalla parti lese ed è disposto dal gip. Ma, nonostante il contraddittorio nell'incidente probatorio si svolga esplicitamente in una specifica udienza, anche nell'accertamento irripetibile sono sempre assicurate le garanzie in quanto la persona indagata può nominare un perito di fiducia. Inoltre sia il verbale dell'incidente sia il verbale che contiene gli accertamenti tecnici vengono assorbiti nel fascicolo del dibattimento per cui il contraddittorio è sempre garantito. 

Sul Mottarone si prova a ripartire

Ieri sul monte si sono rivisti turisti: vivere di turismo senza dimenticare i morti, non sarà facile. E nel segno del ricordo di chi ha perso la vita in questa tragedia, dopodomani in cima al Mottarone salirà il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, che alle 11 celebrerà una messa.

FUNIVIA MOTTARONE-STRESA - foto Ansa-2

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