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Venerdì, 19 Aprile 2024
La vera causa dell'incidente

Incidente funivia Stresa-Mottarone, il giallo della testa fusa del cavo traente

Il punto di rottura della fune che ha causato, insieme al forchettone nei freni d'emergenza, la tragedia del Mottarone è stato individuato vicino al carrello della cabinovia. Ma è mistero sul come e sul perché

È la testa fusa del cavo traente l'indiziata principale per spiegare l'incidente alla funivia Stresa-Mottarone. Proprio quella che viene citata nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Verbania a proposito di Gabriele Tadini, l'unico - finora - destinatario di misure cautelari (gli arresti domiciliari) nell'inchiesta della procura. 

Incidente funivia Stresa-Mottarone, il giallo della testa fusa del cavo traente

"Prima che si rompa una traente o una testa fusa ce ne vuole", avrebbe infatti detto Tadini a un altro dipendente giustificando l'inserimento del forchettone nel freno d'emergenza della funivia Mottarone. Quando il tecnico gli "ordinò di non rimuovere il ceppo dalla cabina 3" un giorno, l'altro gli chiese, stando al verbale, se la cabina potesse viaggiare "con persone a bordo e ceppo inserito". A quel punto, stando al racconto del testimone, Tadini avrebbe replicato che prima che si rompa un cavo traente, quello che si spezzò poi il 23 maggio, "ce ne vuole".

Eppure che la funivia sia caduta per i forchettoni inseriti nel freno d'emergenza e per la rottura del cavo traente è ormai appurato. Così come è appurato che si tratta di un evento rarissimo e che gli esperti non sono in grado ad oggi di dare una spiegazione. Ma i sistemi di sicurezza delle funivie sono costruiti in modo di ovviare anche a questo rischio. Proprio grazie al freno d'emergenza, che in teoria dovrebbe intervenire quando si spezza una delle due funi. Ma che questa volta non è entrato in funzione a causa del forchettone inserito.  

Perché il cavo traente si è spezzato? In attesa delle risultanze della perizia che daranno una risposta definitiva, il punto di distacco è stato individuato vicino alla cosiddetta "testa fusa", ovvero al carrello della cabinovia. Per testa fusa si intende un cuneo di piombo che si aggancia alla cabina: secondo gli esperti si tratta della parte più delicata. E che può essere controllata soltanto a vista, sfuggendo alla verifica magneto-induttiva che si effettua sui cavi durante la manutenzione ordinaria dell'impianto. 

La vera causa dell'incidente alla funivia del Mottarone

Se è vero che il punto di distacco della fune traente è stato individuato vicino alla festa fusa, ci sono per ora due ipotesi sul tavolo per spiegarne il motivo. La prima è quella dell'usura, che avrebbe colpito l'intreccio di fili metallici. Secondo gli esperti negli anni può avvenire uno sfilacciamento graduale che negli altri punti del cavo si rileva grazie al magnetoscopio. Mentre in quella zona la verifica è "a vista". Ma si tratta, appunto, di un processo che può durare anni. È possibile che sia sfuggito per così tanto tempo ai controlli?

La seconda ipotesi è che la fune avesse problemi di tensione e che si sia strappata a causa di uno strattone più forte che ne avrebbe determinato il cedimento. È la tesi esposta in un articolo de La Stampa, dove però non si spiega quale potrebbe essere lo stress improvviso a cui è stata sottoposta la fune. Né le immagini delle telecamere per ora aiutano a capire cosa possa essere davvero accaduto. Soltanto la consulenza tecnica del perito incaricato dai magistrati, il professore Giorgio Chiandussi del Politecnico di Torino che ieri ha effettuato un sopralluogo al Mottarone, potrà rispondere a questa domanda. 

Intanto nei giorni scorsi interpellato dall'ANSA Giorgio Munari, amministratore delegato della Monterosa Sky, la società che gestisce gli impianti di risalita della Val d'Ayas, di Gressoney, di Alagna Valsesia e di Champorcher, ha detto che per la perizia ci vorranno almeno due mesi, mentre riguardo la rottura "stiamo parlando di un evento rarissimo, eccezionale. Un fulmine? Non esistono precedenti che possano far pensare ad una simile eventualità".

"La testa fusa è, in effetti, la parte più delicata, quella che può presentare dei problemi. Ma i controlli sono rigorosi, ho letto che al Mottarone erano stati fatti di recente", aggiunge ricordando anche che "solo in Italia la legislazione prevede che le funivie siano dotate di freni di emergenza, a dimostrazione del fatto che l'ipotesi di rottura del cavo portante è considerata davvero remota. Anche per questo sarà molto interessante capire che cosa è accaduto domenica - sottolinea -. Un eventuale problema tecnico costringerebbe gli ingegneri a studiare contromisure in grado di rendere ancora più sicuri i nostri impianti". Resta l'alternativa dell'errore umano, "ma a questo - conclude - non voglio neppure pensarci".

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