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Venerdì, 29 Marzo 2024
Bologna

Furti ai postini per rubare bancomat e carte: presa la "banda della posta"

Depredavano i portalettere delle raccomandate, buttando il resto della corrispondenza: persi centinaia di atti

Rubavano la corrispondenza ai postini puntando a buste contenenti raccomandate e assicurate, così da impossessarsi di carte di credito, bancomat e altri documenti contenti dati sensibili e usarli per acquisti e prelievi. Una banda attiva per un anno e mezzo, individuata e sgominata dalla polizia Postale di Bologna.

In manette sono finite 4 persone, un 45enne e un 42enne già noti alle forze dell'ordine, entrambi originari di Napoli ma residenti a Cattolica, e poi la moglie del 45enne e il figlio. Devono rispondere a vario titolo di furto aggravato, frode informatica, accesso abusivo a sistema informatico e indebito utilizzo di carte di pagamento elettronico. I furti andavano avanti dal luglio 2020, e hanno colpito numerosi postini che venivano seguiti durante il recapito della posta: al momento più opportuno veniva forzato il bauletto degli scooter e la corrispondenza veniva rubata.

In alcuni casi le carte di credito e i bancomat erano già attivi, perché rinnovati o perché non richiedevano procedure di attivazione, e potevano essere utilizzati subito; in altri invece, quelli in cui era necessaria l’attivazione, i membri della banda chiamavano gli uffici anagrafe, le banche, la Polizia Municipale, i gestori di servizi di energia per ottenere i dati necessari ad attivarli e usarli, spacciandosi anche per funzionari di polizia.

Distrutta la corrispondenza "inutile": perse centinaia di atti e notifiche

Le intercettazioni testimoniano i numerosi tentativi di spingere pubblici ufficiali ad accedere alle banche dati anagrafiche per ottenere i dati personali dei titolari delle carte sottratte. Nel corso dell’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Flavio Lazzarini della Procura di Bologna, gli inquirenti sono riusciti a risalire a "mente" e "braccio" della banda, rispettivamente il 42enne e il 45enne, e alle due “spalle”, la moglie del 45enne, che si occupava delle telefonate, e il figlio, che invece partecipava ai furti. Impossibile a oggi quantificare il danno finanziario complessivo, che si aggira comunque in diverse centinaia di migliaia di euro, ma le raccomandate e le assicurate rubate nel periodo di attività della banda sono svariate centinaia. E la corrispondenza che non serviva agli scopi veniva distrutta, compresi atti giudiziari e notifiche della pubblica amministrazione come multe e altri atti.

“La pericolosità del gruppo criminale è dimostrata - spiegano gli inquirenti - da ulteriori condotte accertate durante le indagini che, unitamente alla spendita delle carte sottratte, costituiscono la fonte abituale di sostentamento”. Proprio alla luce di questa pericolosità, il gip del tribunale di Bologna lo scorso 8 novembre ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 45enne e il 42enne, mentre per la donna e il figlio è scattato l’obbligo di dimora e di firma. Le misure sono state eseguite da personale della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bologna insieme con i colleghi di Rimini e Modena.

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