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Martedì, 19 Marzo 2024
Le motivazioni della sentenza / Frosinone

Gabriel Feroleto, il bambino ucciso mentre i genitori fanno sesso in auto: "Piangeva e faceva i capricci"

La madre Donatella Di Bona avrebbe volontariamente soffocato il piccolo per diversi e lungi minuti perché "covava un rancore nei suoi confronti". Il 19 ottobre fissato il processo in appello per il padre, Nicola Feroleto. Entrambi i genitori sono stati condannati all'ergastolo

Sono stati dei semplici capricci di un bambino a scatenare la furia omicida. Sono scioccanti le motivazioni della sentenza sull'omicidio del piccolo Gabriel Feroleto, il bambino di due anni e mezzo assassinato dalla madre a Piedimonte San Germano, comune in provincia di Frosinone, il 17 aprile 2019. Donatella Di Bona ha ucciso, soffocandolo, il figlioletto di soli 27 mesi perché "covava nei suoi confronti un risentimento". E anche nelle ore successive all'omicidio avvenuto in località Volla a Piedimonte San Germano, "la donna non avrebbe mostrato un reale pentimento".

Sono queste le motivazioni che hanno spinto il Gip del tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, a condannare la trentenne all'ergastolo: ora si trova nel carcere femminile di Rebibbia. Insieme a lei a vedersi infliggere il massimo della pena è stato il padre del bambino, Nicola Feroleto. Per il 48enne di Villa Santa Lucia si sono aperte le porte del carcere di Frosinone da due anni e mezzo. Per Nicola Feroleto il 19 ottobre avrà inizio il processo in Corte d'Appello a Roma. 

Il piccolo Gabriel Feroleto venne ucciso in un mercoledì di fine aprile di due anni fa. Il padre aveva un'altra famiglia, ma viveva da tempo una relazione con Donatella Di Bona. I due stavano consumando un rapporto sessuale in auto quando il piccolo ha iniziato a fare i capricci. Il pianto disperato e la richiesta di Gabriel di tornare a casa hanno provocato secondo i giudici la reazione violenta della madre che lo ha afferrato e portato fuori dalla macchina e per sette, lunghissimi minuti, sotto gli occhi del compagno che non ha mosso un dito, avrebbe soffocato, con la mano sulla bocca e sul naso, il bimbo che ha cercato in ogni modo di ribellarsi. Poi quando Gabriel ha perso i sensi il padre, secondo quanto ricostruito durante il processo, lo avrebbe lanciato tra i rovi, come una bambola di pezza. Un omicidio crudele e ingiustificabile che per i giudici della Corte d'Assise dei tribunale di Cassino e per il Gip non poteva avere sconti di pena, riferisce la collega Angela Nicoletti su FrosinoneToday.

Omicidio Gabriel Feroleto: la confessione della madre

Senza versare una sola lacrima, il 9 ottobre 2020 nell'aula di Corte d'Assise del tribunale di Cassino la donna aveva ricostruito con precisione l'omicidio del figlioletto di due anni e mezzo. Scioccante la deposizione che Donatella Di Bona fornì in tribunale: "L'ho afferrato perché piangeva e voleva tornare dalla nonna, l'ho afferrato per le braccia e siamo scesi dalla macchina. Poi gli ho messo le mani sul viso e lui mi graffiava per respirare. Puntava i piedini per liberarsi. Poi gli ho stretto un calzino attorno al collo. Poi quando non si muoveva più Nicola lo ha preso e l'ha buttato tra i rovi. Lui quando lo uccidevo è rimasto a guardare e poi mi ha detto che dovevo prendermi la colpa io altrimenti mi avrebbe ucciso". "Voleva avere un rapporto sessuale ma io non potevo perché indisposta. Si è arrabbiato e quando Gabriel ha iniziato a piangere mi ha ordinato di farlo stare zitto", raccontò la donna.

Donatella di Bona in caserma-2-2

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