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Sabato, 2 Dicembre 2023
Mafia / Caltanissetta

Denunciarono il pizzo: "Lo stato ci sta lasciando morire"

Ieri un imprenditore di Gela si è "lasciato morire", suicidato "per colpa di uno Stato che ci ha abbandonato dopo averci usato". Oggi la protesta

GELA (CALTANISSETTA). Dopo avere denunciato il pizzo sono stati "lasciati soli". E' questo il duro sfogo di un imprenditore di Gela, Matteo Consoli, dopo la morte di Nunzio Cannizzo, un suo collega di 49 anni, deceduto ieri per infarto.

Ma per Matteo, Nunzio non è morto: "Si è suicidato, lasciandosi morire negli ultimi tre mesi, quando la sua depressione è peggiorata". La colpa? "Dello Stato che, dopo averci utilizzato nella lotta alla mafia, ci ha abbandonato e ci sta lasciando morire nella solitudine".

Oggi si sono svolti i funerali dell'imprenditore. Cannizzo faceva parte di un gruppo di sei titolari, riuniti in associazione temporanea di imprese, che ha gestito per molti anni il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani di Gela. Insieme, dopo nove anni di estorsioni subite, denunciarono undici boss e gregari di Stidda e Cosa nostra.

 Da quella denuncia scaturì un processo: "In quel periodo in cui rischiammo la vita, ma la rischiamo anche oggi fummo coccolati in ogni modo dai vip dell'antimafia". Dopo, "restammo soli, esclusi da ogni appalto. Oggi vogliamo denunciare la strumentalità di taluni uomini delle istituzioni che usano i cittadini e la loro fiducia nello Stato per raggiungere precisi obiettivi, a volte anche di carriera personale, per poi abbandonarli e rovinarli".

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