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Mercoledì, 4 Ottobre 2023
Il caso

L'appello dei genitori di un ragazzo autistico: "Bocciate nostro figlio"

Non sarebbe pronto perché, a causa della pandemia, non avrebbe raggiunto le competenze, le autonomie e gli obiettivi relazionali propedeutici per affrontare il post maturità. Ne è convinta la mamma che scrive alle istituzioni

I genitori chiedono che il figlio non sia ammesso agli esami di maturità e che venga bocciato. Non lo fanno per fargli un torto. Al contrario, sono convinti di fargli del bene perché il ragazzo è autistico e secondo loro, promuoverlo e fargli così affrontare quel passaggio di vita così turbolento e delicato sarebbe deleterio per lui. Non sarebbe pronto perché, a causa della pandemia, non avrebbe raggiunto le competenze, le autonomie e gli obiettivi relazionali propedeutici per affrontare il post maturità. Per questo i genitori vogliono che il figlio sia bocciato. La scuola non può farlo proprio per le condizioni di salute del giovane e così si appellano al Governo con una lettera.

"Nostro figlio ha avuto una frequenza regolare, ma come è facile prefigurare per chi è affetto da disturbo dello spettro autistico, ha molto sofferto in questi due anni e non ha conseguito gli obiettivi del Pei (Piano educativo personalizzato), sia in termini di competenze sia di autonomie e modalità di relazione, che gli sono necessari per poter affrontare la futura fase della sua vita". Scrive così la mamma del 19enne della provincia di Monza. Lei chiede aiuto alle istituzioni perché si dia al figlio e a tutti i giovani in quelle condizioni l’auto necessario. Se serve, anche andare contro la legge e far ripetere l’anno a chi lo ha perso e ha seriamente bisogno di recuperarlo.

"Riteniamo semplicemente che nostro figlio non abbia conseguito gli obiettivi didattici e inclusivi per l'autonomia, stabiliti nel piano educativo individualizzato e ci sentiamo rispondere che non è possibile, norma alla mano, fargli ripetere l'anno". I genitori poi, sottolineano che a ferirli maggiormente sono stati "i modi e la mancata considerazione, in ottica inclusiva, del percorso di crescita degli alunni con disabilità senza che siano considerati come elementi di disturbo, quasi come dei pacchi che possono essere 'spediti' il prima possibile". 

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