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Giovedì, 25 Aprile 2024
CRONACA

Alluvione a Genova, allerta fino a domani: "Come una guerra"

La città sconvolta dagli allagamenti: trecento milioni di danni stimati. E i giovani imbracciano le pale per ripulirla. "Lo Stato è impotente, non è in grado di tutelare la vita dei cittadini", dice il capo della Protezione civile

GENOVA - Sale il bilancio dei danni - stimati in trecento milioni di euro - e resta preoccupante per le pessime previsioni meteo la situazione a Genova e nei comuni vicini, colpiti dall'alluvione. L'Arpal ha emesso un bollettino che annuncia nuove, forti precipitazioni fino a lunedì e la Protezione civile ha emanato una nuova allerta 2, il massimo grado del rischio, fino a lunedì alle ore 24.

La notte è stata relativamente tranquilla, dopo gli ultimi giorni di angoscia e paura iniziati giovedì sera con l'esondazione dei principali torrenti cittadini che hanno provocato morte e distruzione. Precipitazioni diffuse si sono registrate soprattutto nel ponente di Genova ed in Valpolcevera ma, a parte qualche piccolo allagamento della sede stradale, non hanno provocato particolari problematiche.

Stamattina il sindaco di Genova, Marco Doria, è stato pesantemente contestato dai commercianti del centro storico durante un sopralluogo alle zone alluvionate. "Pagliacci, ancora parlate, dimezzatevi gli stipendi", hanno detto. "Prendi la pala e pulisci", ha aggiunto un altro. "Vai a casa", gli è stato detto. "Verrà anche il momento che prenderete gli schiaffi", lo ha minacciato un altro cittadino. Doria ha poi deciso di sospendere le tasse per i genovesi (Tasi, Imu e Tari) e rispondendo ai giornalisti ha detto che "se le mie dimissioni servissero, sono pronto a darle subito".

E il capo della Protezione civile Franco Gabrielli accusa: "E' come una guerra e questo Stato impotente non tutela le vite dei cittadini". "La Protezione civile è senza mezzi", afferma Gabrielli in un'intervista al quotidiano La Repubblica. "E' come se mi avessero mandato sul fronte con una scatola di aspirine per una guerra non voluta da me". "Una previsione meteo è stata sbagliata, ma da qui a crocifiggere chi ha sbagliato ne corre", aggiunge parlando delle presunte responsabilità per le vittime. "La colpa di Genova, e di tutte le calamità che stanno accadendo, è del grande deficit culturale del nostro Paese sul tema della protezione civile".

NELLE STRADE TORNANO 'GLI ANGELI DEL FANGO': LE FOTO

Alluvione a Genova, città sommersa

Restano chiusi parchi, cimiteri e impianti sportivi. Stessa sorte le scuole di ogni ordine e grado, non solo a Genova, ma anche nelle Province di La Spezia e Savona. L'attenzione della Protezione civile, che ha ora anche il sostegno dei pontieri dell'esercito arrivati da Piacenza, si è spostata anche a levante e alle spalle del capoluogo, colpiti da altre precipitazioni che hanno fatto esondare ancora l'Entella a Chiavari e portato al limite il Boate a Rapallo, poi è tornata a Genova. Dove il sole ha spinto migliaia di giovani, nuovi e vecchi 'angeli del fango', ad aiutare residenti e commercianti nello sfibrante tentativo di provare a tornare normali.

Ieri sera, invece, circa duecento persone hanno eretto una barricata con materiali alluvionati per protestare contro il mancato intervento dei mezzi che avrebbero dovuto rimuoverle. La protesta ha bloccato il traffico per qualche ora e non sono mancati momenti di tensione con gli automobilisti. Per non far degenerare la situazione, la polizia ha inviato sul posto anche agenti del reparto mobile. Questura e prefettura hanno avviato una mediazione con i cittadini ed è stata concordata la fine della protesta in cambio dell'arrivo di ruspe per rimuovere le masserizie.

Alluvione Genova Foto da Twitter

Ha cercato di portare conforto alla sua città anche il presidente della Cei Angelo Bagnasco, che ha lasciato il sinodo sulla famiglia per andare a vedere coi suoi occhi la disperazione. «Non abbiamo più le forze per ricominciare», gli ha detto piangendo una donna schiacciata dalla terza alluvione. «Raccogliete soldi per noi», gli ha invece urlato una commerciante. «Genova reagisce ma non basta» - ha replicato Bagnasco - «bisogna fare le opere». Anche lui, come ieri il premier, è stupito dai ritardi: «È vergognoso che le burocrazie, di qualsiasi tipo, blocchino fondi necessari per questi problemi».

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