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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Rigopiano, la rabbia di uno dei superstiti: "Io invalido, ma per la Asl sono guarito"

Giampaolo Matrone denuncia: "La Asl dice che sono guarito e non mi rinnova la fisioterapia, però mi assegna l'invalidità al 100 per cento e l'accompagno". Il suo appello tramite Today

Giampaolo Matrone è stato l'ultimo dei sopravvissuti di Rigopiano ad essere estratto. Sotto la neve sono rimaste 29 persone, tra cui sua moglie Valentina. Sono passati quasi dieci mesi dalla tragedia del resort, travolto e distrutto da una valanga. Da sei, Giampaolo fa fisioterapia tutti i giorni, dopo essersi già sottoposto a una serie di interventi. I miglioramenti si vedono, al braccio e alla gamba, ma per lui niente è più come prima, tanto che l'Asl di Monterotondo gli ha riconosciuto un'invalidità del 100 per cento e l'accompagno. Quella stessa Asl, però, dopo l'ultimo controllo, potrebbe decidere di togliergli le sedute di fisioterapia. Il tutto nel silenzio delle istituzioni, che Matrone ha sempre denunciato. 

"Finora ho fatto sei mesi di fisioterapia, quelli garantiti dal Sistema Sanitario Nazionale. Ogni mese, una commissione composta da quattro medici l'ha rinnovata. Il primo novembre scade l'ultimo rinnovo e una dei dottori, una fisiatra, mi ha detto che sono guarito e che se voglio ancora la fisioterapia devo farmi operare", racconta Giampaolo Matrone a Today. "La Commissione ha deciso che sono guarito senza nemmeno visitarmi. I sei mesi garantiti dallo Stato stanno finendo, poi posso essere mandato in un altro centro, a Roma o chissà dove, e sarò costretto a ricominciare tutto da capo, con meno ore e di conseguenza i miglioramenti saranno minori e diluiti maggiormente nel tempo. Ora faccio cinque ore al giorno tutti i giorni, da sei mesi. E i miglioramenti si vedono. Forse dovrò subire un'altra operazione al braccio e alla gamba, ma non so ancora quando", spiega Giampaolo, che a Today mostra le foto del suo braccio destro, martoriato dopo il terzo intervento ("Voglio che si faccia vedere...", dice). 

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L'appello

Giampaolo non è tipo da piangersi addosso, però lancia un appello: "Aiutatemi a restare dove sto. Bisogna trovare una soluzione. I miglioramenti ci sono, non possono farmi cambiare centro poco prima di un altro intevento". 

Da quei tragici giorni dopo la valanga a Rigopiano, "nessuno delle istituzioni si è fatto sentire", accusa Matrone, che si trova anche a combattere contro la burocrazia. "Ho fatto la domanda per la pensione di reversibilità, per dare un futuro a mia figlia Gaia, ma è tutto fermo. Ho già fatto cinque diffide, all'ultima mi hanno riposto per dire: 'Abbiamo preso in consegna la sua diffida'. Ho chiesto anche la pensione di invalidità. Me l'hanno concessa al 100 per cento e con l'accompagno, dopo una visita, e poi si sono persi la pratica. Ho dovuto rifare tutto da capo, compresa la visita, e me l'hanno riassegnata di nuovo. Quella stessa Asl che però ora dice che sono guarito". 

"Dovevamo andare via da quel posto"

"Ma io come lo pago l'intervento? Nessuno delle istituzioni si è mai fatto vivo. Mica mi sono fatto male da solo sul lavoro o giocando con mia figlia. Non dovevo farmi male, dovevo andare via da quel posto, avevo già la macchina pronta, calda. Mia moglie non doveva morire", replica Giampaolo. "Io non devo ringraziare nessuno per essere ancora in vita. Sono vivo, sì, ma stare in vita così, con mia figlia, senza poterle stare dietro se corre, non è facile. Ho una pasticceria, ma ho dovuto prendere due persone che lavorano al posto mio e lo stipiendio anche per me non ne esce fuori. Vivo sulle spalle di mamma e papà, consumando quei risparmi che erano il patrimonio di mia figlia". 

"Non ringrazio lo Stato, ma le persone che mi hanno salvato"

La rabbia di Giampaolo per quello che è successo e per alcuni commenti che ci sono stati in seguito è ancora tanta. "Nessuno può capire cosa ho passato là sotto. Tutti i politici che sono venuti in giacca e cravatta poi sono spariti. Io ringrazio solo gli eroi che quella giacca se la sono tolta per venire a tirarmi fuori. Mi hanno salvato in mezza manica. Non ringrazio lo Stato, ma le persone che sono venute a salvarmi. E voglio che si tutti ricordino sempre che a Rigopiano sono morte 29 persone". 
 

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