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Venerdì, 19 Aprile 2024
La svolta / Pavia

"Gigi Bici ucciso da Barbara Pasetti: si era rifiutato di ammazzare l'ex marito di lei"

La donna è indagata per omicidio. È la conclusione a cui sono giunti gli investigatori, dopo mesi di indagini sfociate in una seconda ordinanza di custodia cautelare a carico della fisioterapista, finita in carcere già il 20 gennaio scorso con l'accusa di tentata estorsione

C'è una svolta decisiva nelle indagini per l'uccisione di Luigi Criscuolo, 60 anni, conosciuto da tutti a Pavia come Gigi Bici. Barbara Pasetti, 40 anni, la fisioterapista che vive nella frazione Calignano di Cura Carpignano (Pavia), da oggi è formalmente indagata anche per l'omicidio aggravato dell'uomo. A renderlo noto è stato un comunicato della procura di Pavia firmato dal procuratore Fabio Napoleone. La donna, già rinchiusa nella sezione femminile del carcere dei Piccolini di Vigevano (Pavia) dallo scorso 20 gennaio per l'ipotesi di reato di tentata estorsione, si è vista notificare la nuova ordinanza di custodia cautelare dagli agenti della squadra mobile di Pavia con l'accusa di omicidio.

Omicidio Gigi Bici: Barbara Pasetti indagata per omicidio

Luigi Criscuolo era scomparso di casa la mattina dello scorso lunedì 8 novembre: nello stesso giorno, secondo gli inquirenti, Barbara Pasetti l'avrebbe ucciso con la pistola calibro 7,65 che lei stessa gli aveva consegnato. Con quell'arma, infatti, Gigi Bici avrebbe dovuto aggredire Gian Andrea Toffano, ex marito della donna. L'8 novembre però Criscuolo si è presentato nella villa di Calignano per restituire l'arma, perché non voleva più prendere parte al piano. A quel punto, secondo la procura, Barbara Pasetti gli ha sottratto la pistola e, indossando dei guanti, gli ha sparato alla tempia sinistra uccidendolo. Successivamente, sempre secondo l'accusa, la fisioterapista ha spostato il corpo di Criscuolo fino al retro dell'abitazione, lo ha coperto di sterpaglie provenienti dalla vegetazione interna della villa, collocandolo nel posto dove è stato poi trovato il pomeriggio di lunedì 20 dicembre.

Gian Andrea Toffano, ex marito di Barbara Pasetti, in passato ha dichiarato che l'obiettivo della donna "era di farmi fuori, in un modo o nell'altro". "Sto vivendo un incubo, voglio tornare alla mia vita - ha dichiarato Toffano in un'intervista trasmessa nel programma 'La vita in diretta' su Raiuno -. Per due volte Barbara ha cercato di avvelenarmi con massicce dosi di sonnifero versate nel caffè". Gli episodi a cui fa riferimento l'uomo sono avvenuti nella scorsa primavera. Toffano ha spiegato di non aver denunciato subito quanto gli era accaduto perché temeva di "perdere definitivamente il bambino", rimasto con Barbara dopo la loro separazione. L'ex marito ha raccontato alla polizia i due tentativi di avvelenamento subìti lo scorso 7 febbraio, quando in questura ha portato anche i referti dell'ospedale.

Tornando alla svolta di oggi, l'incriminazione di Pasetti "trova pieno riscontro nei numerosi accertamenti tecnici compiuti", si legge nel comunicato firmato da Fabio Napoleone, procuratore di Pavia. La donna ha lasciato "proprie ed inequivocabili tracce biologiche all'interno dell'abitacolo della vettura sulla quale è accusata di aver ucciso Gigi Bici con un colpo di pistola calibro 7,65, successivamente è salita a bordo della vettura e ha condotto il cadavere dell'uomo sino al punto in cui sarebbe stato poi ritrovato". Inoltre sull'arma, che la donna aveva consegnato a Criscuolo affinché potesse sistemare i conti con il suo ex marito Gian Andrea Toffano, sono state trovate tracce del sangue della vittima.

"Le analisi botaniche - sottolinea ancora la nota della procura - non hanno restituito alcun dubbio circa la provenienza degli arbusti utilizzati per coprire il corpo di Luigi Criscuolo". Inoltre il cranio della vittima "è stato trapassato proprio da un proiettile di calibro identico a quello che la pistola (perfettamente funzionante) occultata da Barbara Pasetti era capace di sparare: un'ogiva relativa ad un simile proiettile è stata rinvenuta proprio nella parte di cortile antistante la porta di accesso all'abitazione, ossia il luogo ove si è svolto il fatto; l'indagata occultava anche altri simili proiettili".

La procura di Pavia giunge quindi alla conclusione che "nessun elemento può condurre a dubitare il fatto che Luigi Criscuolo sia stato ucciso all'interno della proprietà di Barbara Pasetti, che il suo corpo sia stato occultato tramite arbusti provenienti dallo stesso cortile e che nessun terzo soggetto abbia preso parte - anche a mero titolo di aiuto - a tali attività".

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