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Martedì, 23 Aprile 2024
L'addio

Gino Strada, la camera ardente per l'ultimo saluto ma niente funerali pubblici

L'omaggio nella sede di Emergency, che sarà aperta a tutti (nel rispetto però delle norme antiCovid) per accogliere chi vorrà rendere omaggio al fondatore della ong. Davanti all'ingresso fiori e messaggi

Tre giorni per dare l'ultimo saluto a Gino Strada. Non ci saranno i funerali pubblici, come già anticipato, ma una camera ardente allestita nella sede di Emergency a Milano, in via Santa Croce, per tre giorni: giorni, oggi, domani e lunedì 23 agosto. L'ingresso è aperto a tutti ma contingentato nel rispetto della normativa anti-Covid. Questi gli orari: oggi fino alle 22, domenica dalle 10 alle 22, lunedì dalle 10 alle 14.

Fin dal primo pomeriggio molte persone si sono messa in coda per rendere omaggio al fondatore di Emergency. A un'ora dall'apertura della sala, circa 300 persone erano già in fila sotto il sole. Davanti al cancello di ingresso continuano ad essere portati mazzi di fiori e messaggi. Accanto al grande striscione con la scritta "Ciao Gino", Rossella Miccio, presidente della onlus, ha detto ai giornalisti che "c'era la consapevolezza che Gino fosse un faro nella nebbia per tantissime persone, avendo avuto il privilegio di lavorarci e di viverci vicino in giro per il mondo per 21 anni, ma che ci fosse un affetto così profondo, che così tante persone da tutte le latitudini, dal Sudan alla Sierra Leone, malati, pazienti, staff, autorità, gli anziani dei villaggi, si sentissero toccate da quello che ha fatto Gino e dal lavoro di Emergency non me l'aspettavo". Gino Strada "ha saputo creare una comunità di persone legate da principi e valori forti che vanno al di là delle barriere, dei colori della pelle e delle religioni. Credo che questo sia davvero il messaggio forte che ci lascia e che ci impegniamo a portare avanti", ha concluso.

50mila firme per dedicare a Gino Strada piazzale Cadorna a Milano

Intanto è arrivata a 50mila firme la petizione online per dedicare piazzale Cadorna a Milano a Gino Strada. "Come mi piacerebbe che in questo momento di dolore il Comune a Milano con procedura di urgenza assoluta decretasse prima dei funerali di Gino di intestargli una strada una piazza per accoglierlo degnamente - scrive la promotrice Maria Teresa Mauri - Come mi piacerebbe che piazzale Luigi Cadorna, capo di stato maggiore del regio esercito italiano durante la prima guerra mondiale responsabile dei 13 assalti all'arma bianca sull'Isonzo che generarono il massacro di decine di migliaia di ragazzi italiani e la disfatta di Caporetto... che il piazzale cambiasse nome".

Da Europa Verde è arrivata inoltre la proposta di intitolare a Strada e alla sua prima moglie Teresa Sarti, morta nel 2009, una via o una piazza a Milano. "Il sindaco Beppe Sala ha detto che dopo una giusta e approfondita riflessione, Milano individuerà il modo più adatto e degno per ricordare Gino Strada. Crediamo sia più giusto che Milano trovi il modo di ricordarli entrambi perché Teresa nel comune progetto di vita dedicato ad aiutare gli altri è sempre stata a fianco di Gino, spesso avanti di qualche passo. È grazie alla loro opera, alla loro passione e dedizione che ancora oggi Emergency e tutti i volontari e medici impegnati continuano ad operare in molte parti del mondo, compreso l'Afghanistan dove sono presenti 3 ospedali e decine di presidi di primo soccorso", hanno detto gli esponenti milanesi di Europa Verde Elena Grandi e Carlo Monguzzi e i Giovani Europeisti Verdi.

Nel cremonese è partita sui social la proposta di intitolare a Strada l'ospedale Maggiore di Crema che ha già trovato diversi pareri favorevoli, come quello della sindaca della cittadina Stefania Bonaldi: "Si tratta di una bella proposta che riconosce il valore di un grande medico, e al contempo si rivela molto sfidante, soprattutto per l'idea di sanità coltivata, perseguita e praticata da Gino Strada. Vale a dire una sanità pubblica, che garantisca un diritto pieno alla salute per tutti e per tutte". 

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