rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Roma

Giornalisti aggrediti nel ghetto dei Casamonica: "Qui si entra solo se autorizzati"

Il vicolo di Porta Furba è una strada chiusa di circa 250 metri in cui si entra solo se "autorizzati" dai Casamonica. "Qui si decide la droga da comprare e vendere, il tasso di usura da applicare, le spedizioni punitive contro i debitori". A parlare di quel dedalo di vicoli che sono diventati la roccaforte del clan è Roma Today

Giornalisti di Repubblica e del Tg2 sono stati aggrediti questa mattina a Roma dai familiari dei Casamonica dopo gli arresti in cui, per la prima volta, viene contestata al noto clan l'associazione mafiosa.

"I parenti degli arrestati si sono scagliati con i bastoni contro i giornalisti Floriana Bulfon di Repubblica e Piergiorgio Giacovazzo del Tg2, 'colpevoli' di essersi recati dove sono stati effettuati gli arresti per svolgere il loro lavoro. "Una reazione inaccettabile - commentano i rappresentanti dei giornalisti Fnsi, Odg e Usigrai - chiunque colpisca un giornalista - che testimonia quanto il lavoro dei cronisti dia fastidio a chi vorrebbe coltivare nell'oscurità i propri loschi affari".

Casamonica l'erba cattiva di Roma: tra le vittime anche Marco Baldini 

A parlare di quel dedalo di vicoli che sono diventati la roccaforte del clan è Roma Today.

Legami di sangue e strade controllate: Porta Furba roccaforte dei Casamonica

Come ricostruisce Lorenzo Nicolini il vicolo di Porta Furba è una strada chiusa di circa 250 metri in cui si entra solo se "autorizzati" dai Casamonica.

Qui si decide la droga da comprare e vendere, il tasso di usura da applicare, le spedizioni punitive contro i debitori. 

Quello della famiglia sinti è un gruppo unito anche grazie a legami di sangue ma anche con solidi legami con le famiglie più influenti della 'Ndrangheta calabrese, come quella degli Strangio di San Luca.

Il video dell'operazione "Gramigna"

Un gruppo difficile da penetrare, spiegano gli investigatori, anche per la lingua che utilizza dai Casamonica, un dialetto sinti che non molti sono in grado di interpretare. "Preferisco pagare in silenzio che avere problemi con quelli", dicevano le vittime di usura che avevano a che fare con i Casamonica. 

Un metodo vessatorio pressante e continuo. Chi finiva nel loro mirino spesso non denunciava per timore di ritorsioni, anche perché pagare il clan rappresentava una sorta di "assicurazione a vita".

Continua a leggere su Roma Today

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giornalisti aggrediti nel ghetto dei Casamonica: "Qui si entra solo se autorizzati"

Today è in caricamento