Giulia e Alessia Pisanu: i dubbi sulla dinamica della tragedia di Riccione
Non si esclude alcuna ipotesi, non ci sono video del momento dell'impatto. Le testimonianze verranno incrociate con l'analisi delle immagini delle telecamere. Forse una delle due sorelle ha provato a salvare l'altra in un ultimo disperato tentativo. I corpi trascinati per centinaia di metri
Avevano solo 15 e 16 anni. La loro vita è finita in un istante domenica mattina alla stazione di Riccione, travolte da un treno in corsa. Sono morte così Giulia e Alessia Pisanu, sorelle di Madonna di Castenaso nel Bolognese.
La disgrazia alle 6.40, alla stazione ferroviaria della località turistica: un impatto terribile, tanto che all'identificazione si è arrivati solo dopo il ritrovcamento del cellulare di una delle due giovanissime. L'esatta dinamica andrà accertata, ma ci sono varie testimonianze, perché tutto è avvenuto sotto gli occhi dei passeggeri in attesa del treno.
Una delle due ragazze era ferma sui binari mentre l'altra si era seduta sulla banchina, forse per scendere, superare i 50 centimetri di cemento che la separavano dalla sorella e cercare di salvarla o forse per aiutarla a risalire. Non si esclude alcuna ipotesi, da un attraversamento imprudente, a un litigio tra le due finito sui binari o altro ancora. Le testimonianze sono al momento contraddittorie. Il fatto che siano scivolte sarebbe improbabile. Cosa sia accaduto non è chiaro, l'ipotesi più probabile è quella di un attraversamento incauto, anche se il treno fermo sul secondo binario era diretto ad Ancona e non verso il Bolognese. Che senso aveva che lo volessero raggiungere?
Vane le urla degli altri viaggiatori che si sono accorti di cosa stava per succedere e il fischio prolungato dell'ETR Freccia Rossa, in arrivo da Pescara. Quel treno può viaggiare a 200 chilometri orari. Il Frecciarossa ha trascinato i corpi per almeno settecento metri. Il macchinista, incolpevole, racconterà di averle viste, prima una poi l’altra, e di avere cercato di frenare, ma inutilmente. Impossivile evitare l'incidente. In un boato sono terminate le vite di Giulia e Alessia. La foto del treno dopo l'incidente mostra il punto in cui il locomotore di testa ha colpito le sorelle Pisanu.
Le testimonianze: non c'è un video dell'impatto
Le due ragazze appena entrate alla stazione di Riccione avevano avvicinato il titolare del bar che stava rifornendo i distributori automatici: "Una ragazza vestita di nero mi ha chiesto qualcosa, non mi sembrava molto lucida. Poi si è allontanata e si è incontrata con una amica che teneva in mano gli stivali". Una era Giulia, l'altra Alessia. L'uomo le ha viste andare verso il secondo binario dove era già fermo il treno per Ancona. "Ho iniziato ad urlare, io come altri che erano in stazione. In mezzo agli urli abbiamo sentito il fischio del treno Freccia Rossa in transito sul primo binario. Poi una gran botta e tutti abbiamo cominciato ad urlare", dice ancora sconvolto. Non è stato facile per agenti della Polfer risalire all'identità delle due ragazze, a causa delle condizioni dei corpi.
"Ho visto – ha detto un altro testimone - le due ragazze che volevano andare nel secondo binario, perché c'era il treno fermo per Ancona. Allora mi sono messo a urlare e dietro di me si sono messe a urlare altre persone che aspettavano per prendere il treno. Tra le urla ho sentito il fischio del treno del primo binario, che andava verso Milano. Ho sentito un gran botto, non ho capito più niente, tutta la gente si è messa a urlare". C'era un cellulare estremamente danneggiato intestato ad una ditta di traslochi di Castenaso. Attraverso la ditta, è stato quindi rintracciato il padre delle due ragazze a cui domenica pomeriggio è toccato il compito più atroce per un essere umano: il riconoscimento dei pochi resti dilaniati delle figlie.
Non c'è un video del momento dell'impatto che ha causato la morte di Giulia e Alessia. Con l'aiuto delle telecamere si è potuto vedere le ragazze entrare in stazione. Vari testimoni le hanno definite stanche e spossate, come tanti ragazzi dopo una serata e nottata d'estate passata sveglie. Gli investigatori hanno sentito alcuni testimoni oculari: le testimonianze verranno poi incrociate con l'analisi dei video delle telecamere in stazione.
Il cordoglio
"A nome di tutta la comunità di Riccione esprimo profondo dolore per quanto accaduto questa mattina nella nostra Stazione e cordoglio per le famiglie colpite da questa immane tragedia. In questo momento di dolore verso le famiglie di queste due giovani donne, siamo vicini alle Forze dell' Ordine che stanno lavorando per fare luce su quanto accaduto", ha scritto poi in una nota la sindaca di Riccione Daniela Angelini.
"Ci è arrivata la conferma che non avremmo mai voluto: le due giovani sorelle travolte da un treno a Riccione sono, purtroppo, nostre concittadine. Siamo senza parole davanti a questa tragedia cosi difficile da capire e da accettare e proviamo un dolore incolmabile", scrive il Comune di Castenaso guidato dal sindaco Carlo Gubellini. "E' un grande dolore per tutta la comunità", dice il primo cittadino. "L'intera comunità di Castenaso si stringe attorno ai genitori, ai familiari, agli amici: Giulia e Alessia, che la terra vi sia lieve. Siete volate via troppo presto".
Due sorelle molto unite
Accertamenti sono in corso da parte della polizia ferroviaria e dei carabinieri per fare piena luce sulla disgrazia e ricostruire dove avevano trascorso la serata le ragazze. Se gli ultimi istanti di vita delle due sorelle sono ancora un mistero, lo sono anche le ore trascorse a Riccione.
Alessia e Giulia Pisanu erano le figlie di un imprenditore di Senorbì (Sud Sardegna), Vittorio Pisanu, trasferitosi in Emilia negli anni Novanta per avviare un'impresa di traslochi. Giulia frequentava a Bologna una scuola per parrucchieri ed estetiste, Alessia era iscritta al liceo artistico. Il sindaco di Castenaso istituirà una giornata di lutto cittadino nel giorno dei funerali.
"Una sorella come migliore amica", scriveva sulle stories di Instagram Giulia, 17 anni da compiere a settembre, la più grande delle due sorelle. E sempre insieme lo erano davvero Alessia e Giulia, nella vita e sui social (dove si firmavano Pisano e non Pisanu), fino all'alba di ieri alla stazione di Riccione.