Omicidio Giulia Cecchettin: tutti gli indizi sulla premeditazione di Filippo Turetta (che rischia l'ergastolo)
Serviranno alcuni giorni perché il ragazzo sia estradato in Italia dalla Germania, dove è stato arrestato. Diventa determinante capire se il delitto era stato pianificato. Tutti gli elementi in mano agli investigatori
Pochi giorni, forse meno di dieci. Questo il tempo che potrebbe passare prima che Filippo Turetta, il 22enne accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, sia estradato in Italia dalla Germania dove è stato arrestato. Il ragazzo non si è opposto all'estradizione e quindi adesso si tratta solo del tempo necessario per gli adempimenti burocratici tra Germania e Italia.
Turetta non ha parlato: non una parola sulla fuga, su ciò che è successo tra lui e Giulia. Eppure le sue parole sarebbero determinanti. Pochi dubbi sul fatto che sia stato lui a uccidere la giovane laureanda, ma uno dei punti chiave adesso è chiarire se c'è stata o meno la premeditazione. Questo può modificare, in modo sostanziale, la posizione del ragazzo. Facciamo il punto per capire perché alcuni ipotizzano che il ragazzo avesse pianificato tutto (teoria allontanata dalla difesa).
Filippo Turetta arrestato in Germania. In auto senza benzina e soldi, come è stato preso
Turetta aveva pianificato l'omicidio di Giulia Cecchettin?
Filippo Turetta rischia l'ergastolo. Secondo l'accusa ha ucciso l'ex fidanzata Giulia e poi ha gettato il corpo in una zona impervia. Adesso però diventa determinante stabilire se c'è stata o meno premeditazione.
"Non credo alla premeditazione - dice l'avvocato - . Escludo che ci possa essere un disegno per ammazzare la ragazza. Non si capisce ad esempio perché l'abbia riaccompagnata a casa. Poi non aveva con sé soldi o abiti che gli consentivano di stare fuori più giorni. Non risulta avesse secondo telefono o carta di credito".
Molte le cose che Turetta dovrà chiarire. Analizzando la cronologia del suo computer gli investigatori hanno scoperto numerose ricerche su "kit per la sopravvivenza in alta quota", sull'abbigliamento per escursioni in montagna e su possibili itinerari nel versante Tirolese dell’Austria. È vero però che Filippo è un appassionato di montagna e trekking e quindi le ricerche potrebbero essere collegate ad alcune escursioni da programmare.
Altro dubbio: il corpo di Giulia è stato trovato avvolto in alcuni sacchi neri. Li aveva portati con sé? Li ha recuperati durante la fuga? E se sì, come?
Non solo. A Fossò - dove Turetta ha aggredito Giulia - è stato trovato un coltello con la lama spezzata che ora verrà esaminato per capire se si tratti dell'arma del delitto. Se fosse l'arma del delitto, l'ha portata via da casa? Dove e quando ha preso la lama? Altro elemento ancora sono i pezzi di nastro adesivo ritrovati sempre a Fossò. Alcuni nastri, per verificare se siano della stessa marca e dello stesso tipo, sarebbero stati prelevati dai carabinieri a casa della famiglia Turetta.
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Quando Filippo Turetta tornerà in Italia
Turetta è stato bloccato sabato sera a mille chilometri da casa. La sua fuga è finita su un'autostrada tedesca a poca distanza da Bad Durremberg, cittadina del nord della Germania vicino Lipsia. La notizia è giunta in Italia domenica mattina attorno alle 10, ma il ragazzo era già in stato di fermo dalle 22 della sera precedente.
La sua Fiat Punto nera - ricercata in tutta Europa - era ferma sulla corsia di emergenza dell'autostrada 9, senza frecce di allerta. L'auto era senza benzina, e lui non aveva più soldi per fare rifornimento. Un automobilista ha segnalato la presenza del mezzo in un posizione pericolosa e quando la pattuglia è arrivata ha subito capito che si trattava dell'auto segnalata dalle autorità italiane. Turetta non ha cercato di scappare.
Il giudice del tribunale cittadino di Halle an der Saale, in Sassonia Anhalt, ha già convalidato l'arresto e Turetta ha acconsentito a essere estradato in Italia.
"Per portarlo in Italia - ha detto il legale del ragazzo, Emanuele Compagno - potrebbero servire una quindicina di giorni". I tempi, ha osservato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, "in questi casi sono rapidi. Tutto dipende dalla magistratura di Venezia, ma generalmente i tempi sono molto rapidi". Il titolare della Farnesina Antonio Tajani ha sottolineato che con l'arresto europeo, avvenuto grazie "al coordinamento tra le nostre forze dell'ordine e quelle tedesche", il ragazzo "potrà essere affidato in pochi giorni alle forze dell'ordine e alla giustizia italiana per subire un giusto processo". I tempi tecnici previsti dalle procedure per l'estradizione in genere sono di qualche settimana. L'Italia ha già completato la traduzione in tedesco del mandato di cattura internazionale e l'ha inviata alle autorità tedesche. Quando l'estradizione sarà pronta, un team della polizia giudiziaria italiana andrà in Germania a prenderà in consegna il 22enne per trasferirlo in Italia e metterlo a disposizione dell'autorità giudiziaria.
Anche i genitori di Filippo Turetta alla fiaccolata per Giulia Cecchettin
Intanto a Vigonovo migliaia di persone hanno partecipato a una fiaccolata in memoria di Giulia. In testa al corteo papà Gino con gli altri figli Elena e D., stretti in un abbraccio. "Chi dimentica cancella", la scritta sullo striscione che ha aperto il corteo silenzioso e commosso. In fondo c'erano anche i genitori di Filippo Turetta.
"Ho abbracciato il papà di Filippo, un gesto che lui ha voluto fare lontano dalle telecamere - ha detto Andrea, lo zio di Giulia -. Lo avevo invitato per farci sentire uniti in questo dolore: noi per la perdita di Giulia, loro nella sofferenza di un figlio che ha provocato una perdita grande. La famiglia non c'entra, non è colpa dei genitori, questo è quello che penso io", spiega lo zio. "Sono due persone provate con un dolore enorme, forse con un dolore più grande del nostro, ma non sono loro che hanno fatto male a Giulia. Adesso il perdono per Filippo non lo sento, sento pietas per la famiglia perché sono anche loro vittime del figlio", conclude.
Ai partecipanti sono state distribuite 2mila candele rosse ma non sono bastate per tutti. Tanti i sindaci dei comuni della zona che hanno sfilato con la fascia tricolore. "In questo momento - ha detto il sindaco di Vigonovo, Luca Martello, rivolgendosi alla folla - solo il silenzio può aiutare la famiglia di Giulia perché ora il dolore è troppo grande. In questa piazza sono insieme diverse comunità per ricordarla. Ringrazio tutti gli uomini e le donne che hanno lavorato per ritrovare Giulia, le forze dell'ordine, le procure e i volontari". Poi ha promesso "appoggio" e "aiuto" alla famiglia e l'impegno "per evitare che quanto accaduto non si ripeta".
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