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Domenica, 3 Dicembre 2023
Cronaca Teramo

Giulia Di Sabatino, chiesta l'archiviazione: la sua morte non ha colpevoli?

Caso chiuso per la Procura di Teramo: la 19enne trovata morta sotto un cavalcavia della A14 si sarebbe suicidata. La famiglia si oppone: "Ci sono tante contraddizioni, tante cose che non sapevamo"

Giulia Di Sabatino è morta la notte fra il 31 agosto e il primo settembre 2015 - giorno in cui avrebbe compiuto diciannove anni - volando giù da un cavalcavia della provinciale 262 che collega Giulianova a Montone, finendo sull’autostrada A14 tra i caselli di Mosciano e Val Vibrata, in Abruzzo. I resti della ragazza furono scoperti la mattina del primo giorno di settembre, intorno alle 5.30, da chi transitava sull’A14, in corrispondenza della stazione di servizio Tortoreto est.

Il corpo, dilaniato dal passaggio di tir e auto, era irriconoscibile. A un anno e mezzo dalla morte della 19enne di Tortoreto, la Procura di Teramo chiude definitivamente le indagini sul decesso della ragazza e lo fa con una richiesta di archiviazione del fascicolo per istigazione al suicidio, e quindi della posizione delle tre persone indagate, aperto all'indomani della sua morte.

Nel corso delle indagini, infatti, non sarebbe emerso alcun elemento a carico dei tre uomini, tanto da far ritenere alla Procura che non ci siano dubbi sul fatto che Giulia si sia suicidata. Adesso a decidere se archiviare o meno il fascicolo sarà il gip, con il legale della famiglia di Giulia, l'avvocato Antonio Di Gaspare, che annuncia fin da ora l'opposizione all'archiviazione.

La richiesta di archiviazione mi è stata notificata oggi. Faremo sicuramente opposizione all'archiviazione - sottolinea il legale - Ci sono tante contraddizioni, tante cose che non sapevamo. E riteniamo che ci siano tutti gli elementi quantomeno per proseguire le indagini.

giulia di sabatino2-2

Il cadavere di Giulia, straziato dalle auto, fu trovato il 1 settembre del 2015 sotto un cavalcavia lungo la A/14. Cavalcavia dal quale la ragazza si sarebbe buttata alle prime luci dell'alba, nello stesso giorno in cui avrebbe compiuto 19 anni. Un suicidio al quale la famiglia di Giulia non ha mai creduto, tanto da rivolgere più volte accorati appelli apparsi su giornali e televisioni. La Procura, come atto dovuto a fronte di tutta una serie di accertamenti, inizialmente iscrisse due persone nel registro degli indagati: il 41enne che quella notte diede a Giulia un passaggio con lo scooter e il 25enne che, alla guida di una Panda rossa, la accompagnò sul cavalcavia. A questi si aggiunse poi anche una terza persona: l'uomo già indagato per pedopornografia dalla Procura distrettuale de L'Aquila dopo che la Procura di Teramo, sempre nell'ambito degli accertamenti sulla morte di Giulia, aveva rinvenuto delle foto osé sul cellulare della ragazza. Foto che, secondo gli accertamenti, sarebbero partite proprio dal telefono dell'uomo. Fascicolo, quello per pedopornografia, che al momento è ancora aperto. 

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