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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Il veleno di Alessandro Impagnatiello e i nuovi sospetti sull'omicidio di Giulia Tramontano a Senago

Forse il barman trentenne, in principio, non voleva uccidere Giulia a coltellate. Forse architettava la sua fine da qualche tempo e con altri mezzi. Le indagini proseguono. Domani l'autopsia, e solo dopo sarà stabilita la data dei funerali della ragazza uccisa al settimo mese di gravidanza

Il sangue, l'ordine "maniacale": il video della casa in cui è stata uccisa Giulia Tramontano

Continuano le indagini sull'omicidio di Giulia Tramontano a Senago. Hanno trovato e sequestrato una confezione di veleno per topi a casa di Alessandro Impagnatiello. Forse il barman trentenne non voleva, in principio, uccidere Giulia a coltellate. Forse architettava la sua fine da qualche tempo: avrebbe anche fatto ricerche sul web per capire quali effetti quel veleno può avere sull'organismo umano. Solo ipotesi al momento, ma sarebbe questa una nuova pista importante a cui stanno lavorando gli investigatori, che indicherebbe senza molte sfumature la premeditazione (che per ora non è stata contestata al barman). Il sospetto è che potrebbero emergere altre bugie del 30enne nei prossimi giorni. Dopodomani l'autopsia sul cadavere della ragazza.

Le indagini sull'omicidio di Giulia Tramontano a Senago

Ci sono ancora vari aspetti da chiarire. Non solo la caccia al coltello utilizzato per uccidere Giulia Tramontano - con il sequestro di un intero ceppo - ma anche la ricerca di impronte digitali e di scarpe, macchie di sangue - copiose a detta del luminol - e l'esito dell'autopsia sul corpo della compagna di Alessandro Impagnatiello. Per mettere insieme tutta una serie di elementi i carabinieri della sezione investigazioni scientifiche di Milano hanno lavorato per l'intera giornata dinieri nell'abitazione di Senago. L'obiettivo è aggiungere dettagli e conferme a quanto accaduto nell'appartamento di via Novella dove la giovane, al settimo mese di gravidanza, è stata uccisa dal compagno sabato 27 maggio.

Quella di ieri è stata una giornata di sequestri e rilievi, terminati a tarda sera attorno alle 22. Dopo l'abitazione, esaminata per oltre 7 ore, i militari in serata hanno effettuato accertamenti nel garage e nella cantina al piano interrato, in cui il barman 30enne ha confessato di aver nascosto il corpo di Giulia, prima di gettarlo in un’intercapedine dietro a dei box a qualche centinaio di metri di distanza, in via Monte Rosa. Gli accertamenti - a quanto si apprende - hanno dato esito positivo: sono state repertate diverse tracce ematiche, il ceppo di coltelli indicato da Impagnatiello e una pellicola trasparente, compatibile con quella utilizzata, tra l'altro, per avvolgere il cadavere.

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Oggi inizieranno le analisi alla ricerca di impronte

Oggi, mercoledì, inizieranno le analisi alla ricerca di impronte che possano dare conferme alla versione del reo confesso oppure raccontare un'altra storia di quanto accaduto nell'abitazione, poi lungo le scale fino alla cantina e poi al garage. E sarà anche il corpo di Giulia, l'autopsia è in programma venerdì, a raccontare al personale di Medicina legale se la giovane si è difesa, quante volte è stata colpita e quando è stata uccisa e abbandonata in via Monte Rosa, a mezzo chilometro scarso dalla casa in cui viveva.

La foto di Ibiza un mese prima del delitto

Giulia Tramontano con un cappello da spiaggia, Alessandro Impagnatiello che l'abbraccia sorridente, alle loro spalle il mare: è la fotografia, stampata in grandi dimensioni e appesa al muro dell'appartamento dove la coppia viveva. Lo scatto è stato illuminato dai carabinieri. A questa fotografia lo stesso Impagnatiello faceva riferimento nei messaggi whatsapp inviati a Giulia nei giorni successivi all'omicidio, per sviare - secondo gli inquirenti - le indagini sulla scomparsa della 29enne. "Prima in casa continuavo a guardare la nostra foto di Ibiza", quella di cui "abbiamo fatto il quadro", scriveva il barman all'utenza di Giulia la sera del 29 maggio, due giorni dopo averla uccisa. "So che non sono stato un fidanzato ideale negli ultimi mesi, ti ho mancato di rispetto", proseguiva Impagnatiello, arrivando a pregare Giulia, già morta: "Dicci solo che stai bene. Dicci solo che sei fuggita in qualche paese lontano per buttare giù tutto. Solo questo, ti prego". Poi, il giorno successivo: "L'ho messa come sfondo comunque". La coppia era stata in vacanza a Ibiza ad aprile, poco più di un mese prima dell'omicidio.

Tramontano e Impagnatiello

Le domande sulle telecamere

Intanto emerge che Impagnatiello e la madre Sabrina Paulis sarebbero andati in un bar a qualche decina di metri dal luogo dove è stato trovato il corpo senza vita della vittima per chiedere informazioni sulla presenza di telecamere all'esterno del locale. Domande poste il lunedì, due giorni dopo la morte di Giulia, quando della ragazza non si avevano ancora notizie, ma il suo cadavere era nascosto nella cantina dell'abitazione di Senago. Lo avrebbe confermato agli investigatori il gestore del locale.

L'elemento investigativo è uno dei tanti che deve essere valutato per scongiurare la presenza di complici o aiutanti in una fase successiva al delitto, ossia quando il 30enne ha nascosto il corpo della fidanzata e poi ha ripulito l'intero appartamento di Senago. Quella richiesta, per chi all'oscuro dell'omicidio come la madre del reo confesso, può essere letta proprio come un tentativo di cercare immagini che potessero immortalare Giulia e magari un suo allontanamento volontario, una volta scoperto il tradimento. Non c'è nessun nuovo indagato, in sintesi.

La verità era ben diversa: Giulia era già morta sabato 27 maggio, quando tutta Senago la cercava, quindi dopo il tentativo di bruciare il corpo Impagnatiello la trascina in cantina, poi nel garage, prima di abbandonarla in via Monte Rosa. Secondo gli inquirenti l'intento del barman - descritto come una personalità narcisista e un manipolatore - "era prima di simulare una sparizione della giovane, quindi di fingere un suicidio, laddove il suo corpo fosse stato trovato".

Il cadavere era stato avvolto nella pellicola

I carabinieri nella casa di Senago hanno anche sequestrato diverse confezioni di pellicola. Il reo confesso dopo aver bruciato il corpo di Giulia lo aveva avvolto e poi messo in un grosso sacco di plastica. Secondo gli investigatori, il barman avrebbe programmato tutto.

Persino il piano per simulare l'allontanamento volontario di Giulia dalla casa e il suo successivo suicidio. Si spiegherebbe solo così la decisione di non lasciare passaporto e cellulari nel tombino, accanto al capolinea del metrò di Comasina, dove ieri mattina sono stati ripescati patente, bancomat e carta di credito della vittima. Il cellulare di Giulia Tramontano non è invece stato trovato.

Rilievi della Scientifica dei Carabinieri presso l’abitazione di Alessandro Impagnatello, reo confesso dell’omicidio di Giulia Tramontano (LaPresse)

I funerali di Giulia Tramontano

A Sant’Antimo, il paese di origine della vittima nel Napoletano, giovedì 8 giugno è in programma una messa e una fiaccolata in ricordo di Giulia. La data dei funerali sarà stabilita solo nei prossimi giorni.

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