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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Teramo

"Qui non c'è il veterinario": senegalese insultato alla Asl, avviata un'indagine

L'uomo ha presentato denuncia ai carabinieri e sulla vicenda è stata aperta un'indagine interna dalla Asl. Il ministro Grillo: "Gravissimo se confermato"

Un senegalese di 39 anni, Ibrahima Diop, ha denunciato ai carabinieri di essere stato respinto e insultato pesantemente alla Asl di Giulianova (Teramo) dove si era rivolto per chiedere informazioni. L'impiegato al quale aveva chiesto come rinnovare il libretto sanitario gli avrebbe risposto: "Qua non c'è il veterinario". Dopo la denuncia, la Asl ha aperto un'inchiesta interna su quanto accaduto. Il "presunto caso di razzismo", ha affermato l'assessore alla Sanità abruzzese, Silvio Paolucci, "se confermato sarebbe gravissimo". "Qualora gli accertamenti effettuati dessero conferma dell'episodio, non esiteremo a prendere decisioni drastiche nei confronti di chi si è macchiato di un comportamento inaccettabile" ha detto Paolucci. Diop è in Italia dal 2000 ed è residente a Roseto degli Abruzzi. 

Sulla vicenda è intervenuto anche ministro della Salute Giulia Grillo che, commentando la denuncia presentata, ha scritto su Twitter: "Se i fatti denunciati da Ibrahima Diop dovessero essere confermati, farò il possibile affinché vengano presi adeguati provvedimenti per il responsabile di questo gravissimo gesto''.

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Il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, lancia un monito: "Nessuna forma di razzismo può essere ammessa in un sistema sanitario nazionale. I medici hanno l'obbligo di denunciarlo e di far rispettare quando previsto dal loro Codice Deontologico, tenendo fede al loro giuramento professionale".

"Doveri del medico sono la tutela della vita, della salute psico-fisica, il trattamento del dolore e il sollievo della sofferenza, nel rispetto della libertà e della dignità della persona, senza discriminazione alcuna, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera", recita l'attuale codice di deontologia professionale. "Abbiamo contribuito al progresso civile e sociale di questo Paese, proprio in virtù dei valori fondanti la nostra professione" sottolinea Anelli.

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"Curare tutti i cittadini senza alcuna distinzione di sesso, censo, razza o credo religioso. Lo facciamo da quando i medici sin dal 400 avanti Cristo, al tempo di Ippocrate, giuravano: 'In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l'altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi'. Per questo - conclude Anelli - condanniamo ogni forma di razzismo ed ci adoperiamo per il rispetto della dignità di ogni uomo".

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