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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Egitto

Giulio Regeni, la lettera anonima: "Ecco chi l'ha ucciso"

In una lettera anonima tutta la verità sulla fine del ricercatore italiano. Sequestrato dalla polizia criminale, torturato dalla Sicurezza nazionale e dai servizi segreti. Tutto con il consenso delle massime autorità egiziane

Sequestrato dalla polizia criminale, torturato prima dalla Sicurezza nazionale, poi dai servizi segreti militari, il tutto con il consenso delle massime autorità del paese. Sarebbe questa la fine di Giulio Regeni, il ricercatore italiano rapito e ucciso in Egitto, a quanto sostiene una fonte anonima, che sostiene di essere membro della polizia segreta egiziana, citata oggi dal quotidiano La Repubblica.

Il quotidiano di largo Fochetti, pur sottolineando che queste informazioni, in quanto anonime, vanno prese "con assoluto beneficio di inventario", mette in evidenza tre dettagli delle torture inflitte a Regeni, e riportate da questa fonte anonima (bastonature sotto i piedi, l'uso di una sorta di baoinetta e i segni di sigarette su collo e orecchie), che collidono con l'autopsia italiana.

"L'ordine di sequestrare Giulio Regeni è stato impartito dal generale Khaled Shalabi, capo della Polizia criminale e del Dipartimento investigativo di Giza", il 25 gennaio, scrive l'anonimo citato da Repubblica. Tra il 26 e il 27 gennaio, "per ordine del Ministero dell'Interno Magdy Abdel Ghaffar", il ricercatore italiano viene trasferito "in una sede della Sicurezza Nazionale a Nasr City". Il "capo della Sicurezza Nazionale, Mohamed Sharawy", "chiede e ottiene direttive dal ministro dell'Interno su come sciogliergli la lingua".

Seguono tre giorni di torture, che non piegano Regeni. Il ministro dell'Interno decide allora di investire della questione "il consigliere del Presidente, il generale Ahmad Jamal ad-Din, che, informato Al Sisi, dispone l'ordine di trasferimento dello studente in una sede dei Servizi segreti militari, anche questa a Nasr city, perché venga interrogato da loro". Altre torture, sempre più violente, fino alla morte di Regeni.

Giulio Regeni, ucciso al Cairo

A quel punto "Giulio viene messo in una cella frigorifera dell'ospedale militare di Kobri al Qubba, sotto stretta sorveglianza e in attesa che si decida che farne". La "decisione viene presa in una riunione tra Al Sisi, il ministro dell'Interno, i capi dei due Servizi segreti, il capo di gabinetto della Presidenza e la consigliera per la sicurezza nazionale Fayza Abu al Naja", nelle stesse ore in cui il ministro Federica Guidi arriva al Cairo chiedendo conto della scomparsa di Regeni.

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