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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Giulio Regeni, un anno dopo la scomparsa: "Vogliamo la verità"

I genitori di Giulio Regeni, Paola e Claudio, a un anno dalla scomparsa del ricercatore friulano trovato morto al Cairo il 3 febbraio 2016 con evidenti segni di tortura: "Quello che ci ha dato più calore sono stati i segni dei cittadini, di quelle famiglie come la nostra, semplici, normali, che sono state toccate, sconvolte dalla storia di Giulio e oggi ci scrivono, lasciano un fiore sulla sua tomba, ci fanno sentire che non siamo soli"

Verità per Giulio Regeni. "Abbiamo visto tutto il male del mondo ma non siamo soli". Così parlano i genitori di Giulio Regeni, Paola e Claudio, a un anno dalla scomparsa del ricercatore friulano trovato morto al Cairo il 3 febbraio 2016 con evidenti segni di tortura. "È passato un anno da quando il buio è entrato a far parte delle nostre vite. Un anno da quando, a casa sua al Cairo", ricordano, "ricevemmo quella telefonata nella quale ci comunicarono che stavano per raggiuncerci l'ambasciatore Maurizio Massari e l'allora ministro Federica Guidi". Pochi giorni fa è stato diffuso un nuovo video in cui Regeni parla con il sindacalista che lo denunciò. 

Paola e Claudio Regni ringraziano "tutte le persone che in Italia e nel mondo chiedono con noi verità per Giulio". "In questi 12 mesi intensi, terribili, quello che ci ha dato più calore sono stati i segni dei cittadini, di quelle famiglie come la nostra, semplici, normali, che sono state toccate, sconvolte dalla storia di Giulio e oggi ci scrivono, lasciano un fiore sulla sua tomba, ci fanno sentire che non siamo soli. Quegli scatoloni pieni di lettere e cartoline sono sempre accanto a noi". Giulio, raccontano i genitori, "non aveva confini ma soltanto curiosità, aveva solide radici e tradizioni ma voleva conoscerne sempre di nuove e diverse". Ma adesso "vogliamo sapere la verità".

GENTILONI - "Un anno dall'orribile uccisione di Giulio Regeni. Vicinanza alla famiglia. Impegno con la magistratura per ottenere #veritapergiulioregeni".

MATTARELLA - "Da un anno l'Italia piange la uccisione di un suo giovane studioso, Giulio Regeni, senza che si sia potuto far piena luce sulla tragica vicenda, malgrado gli sforzi intensi della nostra magistratura e della nostra diplomazia". Lo afferma in una dichiarazione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ribadendo che "il dolore della nostra comunità nazionale è immutato così come immutata rimane la ferma volontà di chiedere giustizia per il crimine efferato che si è accanito contro il giovane".

BOLDRINI - "Giulio approverebbe questa campagna di mobilitazione, anche perché la sua vicenda tragica è stata assunta a simbolo delle troppe storie analoghe che insanguinano l'Egitto. Il suo sguardo attento ai diritti di ogni essere umano, indipendentemente dal luogo in cui è nato, non accetterebbe nulla di diverso. Una volta di più oggi vogliamo ringraziare Paola e Claudio Regeni: per aver saputo crescere un ragazzo curioso del mondo e per aver fatto del loro immenso dolore una richiesta di verità che riguarda tutti.""E` passato un anno, ma il tempo non ha per nulla fiaccato la voce dei tanti, tantissimi che continuano a chiedere giustizia per Giulio Regeni. E' stata la forza di questo movimento, diffuso e popolare - ha sottolineato Boldrini- che ha fatto accantonare le prime ricostruzioni dell`omicidio, ridicole e oltraggiose; che ha sollecitato le istituzioni italiane a difendere la dignità stessa del Paese colpita attraverso l`uccisione di un suo cittadino; che ha supportato l`azione tenace con la quale la nostra magistratura sta aprendo varchi verso le risposte giuste".

Giulio Regeni, ucciso al Cairo

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