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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Trapani

"Bimbo nell'acido? Riina fece bene": così parlavano i fiancheggiatori di Messina Denaro

Nel blitz di oggi sono stati arrestati 21 componenti delle famiglie mafiose di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna: le intercettazioni

Le intercettazioni che hanno preceduto il blitz contro i presunti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro tirano in ballo una delle pagine più drammatiche della storia recente italiana: "Ha sciolto a quello nell'acido? Riina ha fatto bene". A parlare così, riferendosi al piccolo Giuseppe Di Matteo - non sapendo di essere intercettato - è uno dei presunti fiancheggiatori del capomafia fermato dalla dda di Palermo nel blitz di oggi che ha portato all'arresto di 21 componenti delle famiglie mafiose di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna, indagati per associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni, reati aggravati dalle modalità mafiose.

Chi era Giuseppe Di Matteo

Il figlio del pentito Santino, fu rapito, tenuto sotto sequestro per 779 giorni, ucciso e sciolto nell'acido per indurre il padre, collaboratore di giustizia ed ex-mafioso, a ritrattare. Il suo omicidio ha avuto grande risalto su tutti i mezzi di comunicazione italiani anche per il cruento occultamento del cadavere, che non fu mai trovato, poiché disciolto in una vasca di acido nitrico.

La conversazione intercettata è del 19 novembre del 2017. "Se la stirpe è quella - risponde l'interlocutore - suo padre perché ha cantato?". Non contento, l'arrestato rincara la dose, parlando del padre del piccolo: "Ha rovinato mezza Palermo quello... allora perfetto".

A quel punto la parola torna all'interlocutore che risponde: "Il bambino è giusto che non si tocca, però aspetta un minuto ... settecento giorni sono due anni ... tu perché non ritrattavi tutte cose? Se tenevi a tuo figlio, allora sei tu che non ci tenevi". "Giusto! perfetto!...e allora ... fuori dai coglioni - gli fa eco l'altro - dice: 'io sono in una zona segreta, sono protetto, non mi possono fare niente...si a te... però ricordati coglione che una persona la puoi ammazzare una volta, ma la puoi far soffrire un mare di volte".

Matteo Messina Denaro, latitante dal 1993

“L’operazione di oggi, denominata ‘Anno zero’ - si legge in una nota congiunta delle forze dell’ordine - si inserisce nel quadro della complessiva manovra investigativa finalizzata alla cattura del latitante Matteo Messina Denaro anche attraverso il progressivo depotenziamento dei circuiti criminali di riferimento e il depauperamento delle relative risorse economiche”.

Le indagini, oltre ad accertare il capillare controllo del territorio esercitato da Cosa Nostra ed il sistematico ricorso all'intimidazione per infiltrare il tessuto economico locale, hanno consentito di individuare la rete relazionale funzionale allo smistamento dei "pizzini" con i quali il latitante impartiva le disposizioni ai suoi sodali.

"Non mi  avventuro nelle solite affermazioni tipo 'Il cerchio si stringe',  sarebbe fuori luogo. Si tratta di un latitante diverso rispetto agli  altri grandi latitanti arrestati e di conseguenza le indagini sono  particolarmente difficili". Così il Procuratore capo di Palermo  Francesco Lo Voi parlando con i giornalisti del boss latitante Matteo  Messina Denaro. "E' un latitante mobile è tutto ciò richiede  particolare attenzione ad ogni minimo dettaglio che emerge".

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