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Mercoledì, 24 Aprile 2024
il naufragio

Il governo si divide sui migranti e per Piantedosi "non ci sono soluzioni salvifiche"

Il Mediterraneo è un cimitero a cielo aperto. Dall'inizio dell'anno, lungo la rotta del Mediterraneo centrale sono morte in media tre persone al giorno. Il numero continua a salire e tocca ormai quota 26mila in dieci anni

La tragedia che si è consumata al largo delle coste calabresi, avvenuto all'alba di domenica mattina, 26 febbraio, dove un barcone in legno carico di migranti si è spezzato in due a causa del mare molto agitato, spacca a metà il governo. Sono al momento 59 i cadaveri, tra cui quelli di molti bambini e un neonato, recuperati dalla Capitaneria di porto e Guardia di Finanza. Ma si temono molte altre vittime con un bilancio che potrebbe aggravarsi di ora in ora. Tra i morti, anche due gemellini di pochi anni e un bimbo di alcuni mesi. Il numero dei bambini deceduti si aggirerebbe sulla ventina.

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È l'ennesima strage in mare che mette in risalto quanto difficile sia la gestione del dossier dei migranti, alimentando i dubbi sulla nuova legge sulle Ong varata dal governo Meloni, che vieta espressamente i salvataggi multipli: se si soccorre una barca, bisogna subito andare via. Anche se lì vicino ci sono donne, uomini e bambini che muoiono.

C'è poi la questione della tempistica dell'intervento di salvataggio. L'imbarcazione sarebbe stata avvistata la sera del 25 febbraio da un velivolo di Frontex (l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) impegnato in attività di pattugliamento. A quanto si legge in una nota del reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, il barcone era stato notato a circa 40 miglia dalle coste crotonesi "ed è stato immediatamente attivato il dispositivo per intercettarlo con alcuni mezzi della guardia di finanza che "nonostante le proibitive condizioni del mare" nel corso della notte "si sono impegnati nella ricerca". A causa delle condizioni del mare è stato però impossibile soccorrere il barcone. 

Lo scontro tra governo e opposizione

La nuova tragedia in mare fornisce lo spunto per nuovi scontri tra maggioranza e opposizione sulle politiche attuate dal governo, e in particolar modo il nuovo decreto sulle Ong. Dopo il naufragio con circa 60 vittime, l'esecutivo e i partiti del centrodestra puntano il dito in particolar modo sui "criminali" scafisti, con il 'distinguo' di Forza Italia che insiste sull'urgenza di interventi da parte della Commissione europea.
La maggioranza accusa le forze di opposizione di 'speculare' sulla tragedia. Mentre i partiti del centrosinistra si scagliano contro il governo che ha adottato norme più stringenti, "non contro i trafficanti di esseri umani", ma per le Ong che "provano a salvare vite in mare".

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A sollecitare un "forte impegno della comunità internazionale, per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti", è il capo dello Stato Sergio Mattarella, che, allo stesso tempo, afferma di ritenere "indispensabile che l'Unione Europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive". In una nota il presidente della Repubblica esprime il proprio "dolore per il naufragio, nel quale hanno perso la vita decine persone e tra queste alcuni bambini".

Mediterraneo, il cimitero a cielo aperto

Dall'inizio dell'anno, lungo la rotta del Mediterraneo centrale sono morte in media tre persone al giorno. Il numero continua a salire e tocca ormai quota 26mila in dieci anni. Già 225 nel solo 2023, calcolando quelli del naufragio di oggi davanti alle coste crotonesi. Erano stati 2.406 nel 2022. Sono le vittime dei viaggi della speranza. Migranti partiti dall'Africa e dall'Asia col sogno di raggiungere l'Europa. Ma annegati durante la traversata, prima di toccare terra. A volte a pochi metri dalla meta. Come è accaduto per l'ultimo barcone partito dalla Turchia. Secondo quanto riferito da Msf, i 180 migranti che erano sul barcone naufragato al largo di Cutro "sono caduti a 150 metri dalla riva".

Il Mediterraneo diventa così un vero e proprio cimitero che inghiotte i corpi senza più restituirli per la sepoltura o l'identificazione. È l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) a tenere il conto delle vittime con il Missing migrant project, attivo dal 2014.

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Nonostante i numeri allarmanti, il governo tira dritto sul decreto recentemente approvato. Ora l'esecutivo deve occuparsi di salvaguardare la salute dei migranti messi in salvo, circa 80 superstiti, di cui 21 sono stati portati in ospedale e uno di loro è grave. A poche ore dalla tragedia, nella serata di oggi 26 febbraio, è cominciata in prefettura a Crotone la riunione presieduta dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per fare il punto sulle operazioni di salvataggio e sull'assistenza ai migranti superstiti. Al vertice presenti tra gli altri la sottosegretaria all'Interno Wanda Ferro, il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, e gli altri rappresentanti del territorio, il comandante della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana e i vertici delle forze dell'ordine.

Il titolare del Viminale riconosce la gravità della tragedia, ma ammette che il naufragio è avvenuto perché l'imbarcazione si è spezzata in due a causa del mare molto agitato e, a causa di queste variabili, non "esistono soluzioni salvifiche". E sulle partenze, Piantedosi ha detto: "L'unica cosa che va detta e affermata è: non devono partire. Non ci possono essere alternative. Noi lanciamo al mondo questo messaggio: in queste condizioni non bisogna partire". Il ministro dell'Interno, al termine della riunione in prefettura a Crotone, ha spiegato che ci sarebbero almeno altri 20-30 dispersi. 

Intanto la Procura della Repubblica di Crotone ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per disastro colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina in relazione al naufragio avvenuto al largo delle coste di Cutro. 

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