No Tav, Grillo condannato a 4 mesi: "Non mi arrendo"

ROMA - Con l'accusa di "violazione di sigilli", il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, è stato condannato a quattro mesi.

E' la decisione del giudice monocratico Elena Rocci di Torino per la vicenda della baita No Tav di Chiomonte, in cui erano imputati altri diciannove oppositori all'opera. Stessa condanna è stata inflitta ad Alberto Perino, il capo del movimento che si oppone alla Torino-Lione.

IL CASO GRILLO-NOTAV - L'episodio risale al dicembre 2010, quando Grillo insieme a un gruppo di No Tav andò alla baita che, considerata abusiva, era stata posta sotto sequestro dalla magistratura. Tutto era stato ripreso in un video. I pm Antonio Rinaudo e Andrea Padalino avevano chiesto di condannare Grillo a 9 mesi di carcere e 200 euro di multa. Stessa pena era stata chiesta per il leader No Tav Alberto Perino, mentre era stata chiesta l'assoluzione per cinque militanti. Per tutti gli altri attivisti le richieste di condanna erano comprese tra i 6 mesi e un anno e mezzo di carcere e multe tra i 150 e i 900 euro.

LA RISPOSTA - Intanto il leader dei cinque stelle risponde dai social network e promette battaglia: "Non mi arrendo. La vostra solidarietà è un grande aiuto" scrive in un tweet.

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LE ALTRE CONDANNE - Complessivamente sono undici le condanne inflitte dal tribunale di Torino: la più alta, a nove mesi di carcere, è nei confronti del leader antagonista Giorgio Rossetto. Alla lettura della sentenza, nell'Aula 3 del Palagiustizia di Torino, dal pubblico si è levato lo slogan "giù le mani dalla Valsusa".

LE REAZIONI - "Aspettiamo le motivazioni della sentenza e valuteremo se fare ricorso", ha spiegato il difensore, e nipote del leader M5s, l'avvocato Enrico Grillo, dopo la lettura della sentenza. Per Alberto Perino, leader dei No Tav, "una condanna così pesante, per un reato del genere, è un caso unico in Italia. Esemplifica bene il clima di caccia alle streghe che si è creato".