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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Italia

Igor, le indagini proseguono: "Sappiamo chi lo ha aiutato a fuggire"

Chi ha agevolato la fuga dall'Italia di Norbert Feher, alias Igor il russo, il killer di Budrio. Gli inquirenti stringono il cerchio su 10 persone che avrebbero favorito la latitanza dell'assassino serbo

"Intercettazioni, anche ambientali e pedinamenti ci hanno permesso di capire attraverso quali canali è riuscito a scappare dall'Italia". Lo ha detto il comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri di Bologna, Valerio Giardina. Gli inquirenti avrebbero stretto il cerchio sulla rete di fiancheggiatori che ha agevolato la fuga dall'Italia di Norbert Feher, alias Igor il russo, il killer di Budrio.

"Dieci persone, se non di più, che hanno favorito la latitanza dell'assassino serboarrestato il 15 dicembre in Spagna, dopo un conflitto a fuoco in cui sono rimasti uccisi due agenti della Guardia Civil.

I risultati delle indagini dovrebbero arrivare già nei prossimi mesi.

"Stiamo lavorando a un'informativa che presenteremo all'autorita' giudiziaria. Entro la meta' del prossimo anno saremo di nuovo qua", spiega il comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri di Bologna, Valerio Giardina, che ha incontrato la stampa per fare il punto sulle attivita' del 2017.

Con l'occasione, è stato anche diffuso un video inedito del primo assassinio compiuto da Feher, quello del barista Davide Fabbri a Riccardina di Budrio, frazione del bolognese, l'1 aprile.

Da quell'episodio, e dalla successiva uccisione della guardia ecologica Valerio Verri nelle campagne di Portomaggiore, partì un'imponente caccia all'uomo nella bassa tra Bologna e Ferrara, di cui oggi Giardina fornisce qualche numero. Si parla di circa 1.600 squadre di pattuglie impegnate in tre mesi, di cui 360 per operazioni di rallestramento, e 963 pattuglie di antiterrorismo. E ancora, 350 gli appostamenti (mimetizzati), 82 perlustrazioni con unita' cinofile, che in otto casi hanno permesso di rintracciare Igor, 1.820 rastrellamenti negli edifici e 102 scansioni con telecamere termiche. 

"Quel dispositivo di sicurezza e' perfettamente riuscito - rivendica oggi il comandante dell'Arma- nell'impedire il proseguimento di una scia di sangue, che Igor ha insita nel suo profilo criminologico. La nostra previsione era che non si sarebbe fermato davanti a nulla", per questo fu deciso un dispiegamento di forze cosi' massiccio. Le indagini ora proseguono "sulla rete di fiancheggiatori- spiega Giardina- che hanno agevolato la latitanza di Feher e la cui presenza era stata scoperta gia' in aprile, quasi nell'immediatezza" dei fatti.

Intercettazioni, anche ambientali, e pedinamenti "ci hanno permesso di capire attraverso quali canali e' filtrato dall'Italia". Con le autorita' spagnole, assicura il comandante, "c'e' un dialogo assolutamente positivo". I tabulati telefonici e le registrazioni che sono stati richiesti dalle autorita' italiane "sono in fase di elaborazione. Non appena sara' tutto pronto ci sara' uno scambio di dati investigativi, che anche noi abbiamo raccolto in Spagna da luglio", sottolinea Giardina.

Dunque, promette il comandante, "entro la meta' del prossimo anno saremo di nuovo qua, insieme a persone con la divisa di un altro colore". Igor il russo, pero', "e' un personaggio atipico - ci tiene a dire il comandante dell'Arma - ha goduto di appoggi, ma e' assolutamente autonomo, tanto da estraniarsi in diversi momenti dalla cellula criminale", su cui gli inquirenti cercano conferme. Non e' escluso, infatti, che Feher facesse parte o comunque fosse coperto da una struttura organizzata.

"E' un latitante non tradizionale - insiste Giardina - che non ha legami col territorio, neanche familiari". L'arresto di Feher dunque "e' un risultato importante. Ora bisogna cercare e cristallizzare le prove - afferma Giardina - c'e' un percorso, con procedure ben precise e con attivita' che hanno bisogno di autorizzazioni e impegno. Siamo soddisfatti del nostro lavoro, ma non sazi".

(agenzia DIRE) 

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