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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Italia

Ilaria Alpi, la procura chiede di archiviare il nuovo filone: "Intercettazioni irrilevanti"

Le intercettazioni inviate dalla Procura di Firenze a Roma non farebbero emergere novità rilevanti: riguardano un dialogo del 2012 in cui due cittadini somali residenti in Italia parlando del caso Alpi dicono "l'hanno uccisa gli italiani"

Le nuove intercettazioni inviate dalla Procura di Firenze a Roma sul caso Ilaria Alpi non farebbero emergere novità rilevanti in merito al duplice omicidio della giornalista del Tg3 e dell''operatore Miran Hrovatin, avvenuto il 20 marzo 1994 a Mogadiscio, in Somalia.

Il pubblico ministero di Roma Elisabetta Ceniccola ha ribadito la richiesta di archiviazione sostenendo che non ci sarebbero basi per aprire nuove indagini. Il giudice per le indagi preliminari Andrea Fanelli si è riservato di decidere nei prossimi giorni.

Caso Alpi: le nuove intercettazioni

Le intercettazioni arrivate a piazzale Clodio riguardano un dialogo del 2012 in cui due cittadini somali residenti in Italia parlando del caso Alpi dicono "l'hanno uccisa gli italiani".

"Ilaria Alpi uccisa": l'edizione straordinaria del Tg3

Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la giornalista e l'operatore del Tg3, sono stati uccisi il 20 marzo 1994 a Mogadiscio in circostanze mai chiarite.

Mancano i mandanti dell’omicidio avvenuto a poca distanza dall’ambasciata italiana di Mogadiscio: una scarica di kalashnikov su cui processi e commissioni parlamentari non sono mai riusciti ad alzare il velo: dopo 24 anni ancora non si sa chi fossero i sette uomini del commando che sparò sull’auto dei giornalisti. Durante il rimpatrio delle salme in Italia furono aperti i sigilli dei bagagli e scomparvero le registrazioni e gli appunti dell'inviata del Tg3.

Omar Hassan Hashi è stato condannato nel 2003 a 26 anni di carcere, ma nel 2015, il programma tv Chi l’ha visto? Ha rintracciato il suo principale accusatore e questo ha ritrattato dicendo di essere stato pagato per mentire. Nel gennaio del 2018 Hashi è tornato in libertà e gli è stato assegnato un risarcimento di tre milioni 181mila.

Oggi favanti al tribunale si sono ritrovati in sit in rappresentanti dei giornalisti italiani sotto l'hashtag #noinonarchiviamo. Insieme con la Federazione nazionale della Stampa italiana sono presenti il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, l'Usigrai, il Cdr del Tg3, l'Ordine dei giornalisti del Lazio e l'Associazione Stampa Romana, Articolo 21, Rete NoBavaglio, Libera, Libera Informazione, Legambiente, Associazione Amici di Roberto Morrione, Amnesty International Italia.

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