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Giovedì, 28 Marzo 2024
INTERVISTA

Ilva, la ricetta dei grillini: "Chiusura e reddito di cittadinanza agli operai"

Intervista al deputato del M5S Diego De Lorenzis, che chiede "la riconversione dello stabilimento e di tutto il territorio circostante". E una tutela anche per "gli altri cittadini di Taranto, dato che in città sono state annientate tutte le alternative economiche"

TARANTO - L'Ilva deve continuare a produrre. E deve farlo nel rispetto delle norme ambientali. Parola del governo italiano, che ieri ha varato il decreto "salva Ilva bis" nominando commissario Enrico Bondi, proprio colui che si dimise cinquanta giorni dopo aver ricevuto l'incarico di amministratore delegato dell'azienda tarantina. "L'eventuale chiusura dello stabilimento costerebbe alle casse dello Stato italiano 8 miliardi di euro", ha spiegato il ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato.

All'Ilva va chiuso l'impianto a caldo, alcuni lavoratori vanno reimpiegati nella bonifica (o, meglio, nelle bonifiche), mentre per gli altri ci deve essere la garanzia di un reddito di cittadinanza, nell'ambito di una generale riconversione economica della città di Taranto. Parola dei deputati del Movimento 5 stelle.

Diego De Lorenzis, ingegnere informatico leccese eletto alla Camera nelle fila del M5S, ci spiega perché "è impossibile effettuare una bonifica ambientale mantenendo attiva la fonte inquinante".  La proposta grillina è in linea con quanto sostenuto da tempo anche nel caso delle aziende in crisi irreversibile: invece di destinare fondi alla cassa integrazione e ad ammortizzatori sociali destinati a fallire (perché anticamera della chiusura degli impianti), meglio chiudere subito le aziende vicine al crac e sostenere i lavoratori disoccupati con un reddito di cittadinanza.

Cittadino De Lorenzis, perché criticate la posizione del governo sull'Ilva?

"Il governo sbaglia l'approccio. Si pensa alla lavorazione dell'acciaio a discapito della salute dei cittadini e dei lavoratori. Nessuno si pone il problema della salvaguardia del più grande valore proprio dell'uomo: la vita. I Riva hanno puntato sempre sulla quantità, senza fare gli investimenti necessari negli anni passati".

Il commissariamento, dunque, non basta?

"L'impianto richiede riconversioni. Il commissariamento permetterà di continuare a produrre, di 'tirare a campare', mantenendo lo status quo".

Chiudere l'impianto a caldo, quello che cioè ha inquinato l'area, è la soluzione?

"L'area a caldo è incompatibile con la salute e va chiusa. Questo è il pre requisito per fare le bonifiche. E ce ne sono diverse da fare: quella dell'impianto in primis. Ma c'è anche il terreno vicino (nel cimitero per esempio non si possono tumulare i morti), e poi gli arenili dove ci sono polveri di carbone. Va fatta una lista di priorità delle aree e degli inquinanti, per poi reimpiegare parte degli operai dell'area a caldo nelle attività di bonifica".

Proponete poi il reddito di cittadinanza per gli altri lavoratori.

"Gli operai non vogliono una forma di 'mantenimento' dallo Stato. Facendomi interprete delle esigenze del territorio, questa può essere soltanto una soluzione temporanea. Il punto fondamentale è la riconversione della produzione con tecnologie meno impattanti. Gli operai, in primis, e i cittadini tarantini in generale, vogliono delle alternative".

Quali?

"Una riconversione di tutto il territorio circostante, di quelle economie spazzate via a catena, dopo il caos Ilva, e penalizzate anche a livello mediatico. Le alternative economiche per Taranto (allevamento, pesca, agricoltura, turismo) sono state annientate. Riconvertire lo stabilimento, certo, ma tutelare anche 'gli altri cittadini di Taranto'. E' crisi, ma anche una sfida per il futuro".

Per questo incontrerete gli abitanti di Taranto?

"Sì, sabato prossimo alle 18 i deputati e i senatori del Movimento 5 stelle, in primis quelli pugliesi, terranno un'iniziativa pubblica per discutere delle prospettive dell'impianto siderurgico. Gli abitanti di Taranto sono gli unici ad avere il diritto di prendere in mano la propria vita e decidere del loro futuro, dopo essere stati calpestati per tanto tempo".

Ci sarà anche Beppe Grillo?

"No, è un'iniziativa presa senza cercare il clamore mediatico".

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