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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Milano

Il giallo di Imane Fadil, nessuna traccia di radioattività

Svolta nell'inchiesta per omicidio volontario dell'ex modella implicata nel caso Ruby. Imane Fadil potrebbe non essere morta per avvelenamento da radioattività. Restano in piedi le altre due ipotesi: avvelenamento da metalli o morte per malattia rara

Gli esami sul corpo di Imane Fadil, la testimone chiave dei processi Ruby, "escludono la presenza di radioattività". E quanto apprende Adnkronos da fonti mediche. Se il dato scientifico fosse confermato farebbe cadere definitivamente l'ipotesi che Imane Fadil sia morta per avvelenamento da radioattività. Restano in piedi le altre due ipotesi: avvelenamento da metalli o morte per malattia rara.

Si tratta di un'importante svolta nell'inchiesta del procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano titolare dell'inchiesta per omicidio volontario contro ignoti per la morte sospetta dell'ex modella che ha svelato il 'Bunga bunga' nella villa dell'ex premier Silvio Berlusconi.

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Da quanto emerge da fonti mediche, i carotaggi eseguiti sul fegato e sui reni dell'ex modella hanno scongiurato il timore che il corpo di Imane Fadil fosse radioattivo, dunque si potrà procedere all'autopsia senza precauzioni eccezionali.

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Ancora non si conoscono, invece, i risultati della biopsia in merito alla concentrazione dei metalli negli organi. Gli organi, a differenza delle urine e del sangue trasfuso due volte - conservano i livelli di metalli in modo più 'veritiero'.

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Gli accertamenti sul sangue e sulle urine avevano già restituito "valori alti, ma non letali" di quattro elementi. Resta ancora da chiarire quindi se si sia trattato di un avvelenamento da metalli o piuttosto di una malattia autoimmune.

Chi è Imane Fadil

Imane Fadil, ricoverata dal 29 gennaio, è deceduta l'1 marzo all'ospedale Humanitas dopo un mese di agonia. Imane in Tribunale nel 2012, raccontò ciò che aveva visto ad Arcore precisando di non essere stata mai toccata da nessuno, ma di aver partecipato alle cene eleganti dell'ex premier

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Aveva dichiarato di aver dato consigli a Silvio Berlusconi su come ricevere Gheddafi in Italia quando il Cavaliere era presidente del Consiglio e su come gestire la squadra del Milan. Diceva sempre che ad Arcore c’era andata perché voleva dimostrare a Silvio Berlusconi di essere in grado di fare la giornalista sportiva televisiva. Ma da quando era stata coinvolta mediaticamente nei vari processi Ruby, Imane non aveva più lavorato né come modella e men che meno come giornalista. E per questo aveva chiesto al tribunale di essere riconosciuta come parte civile.

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Nell'aprile del 2016 dal gup di Milano divise il processo principale in 'filoni', trasferendo gli atti a sette diverse procure per competenza territoriale. Silvio Berlusconi è già processo a Milano con altri 23 imputati nel filone principale con l'accusa di aver corrotto le cosiddette "olgettine" e gli altri ospiti delle serate di Arcore per spingerli a rendere dichiarazioni false o reticenti durante le loro testimonianze rese nelle aule dei processi Ruby (che lo vedeva imputato per concussione e prostituzione minorile e che si è chiuso con la sua assoluzione definitiva in Cassazione) e Ruby-bis.

Il 30 novembre scorso Berlusconi era stato rinviato a giudizio dal Gup del tribunale di Siena Roberta Malavasi con l'accusa di corruzione in atti giudiziari nell'ambito del processo Ruby ter. Nella città toscana si sarebbe consumato il reato di cui Berlusconi dovrà rispondere in aula. Secondo l'accusa l'ex presidente del consiglio avrebbe pagato il pianista delle feste di Arcore, Danilio Mariani, per indurlo a una testimonianza "di comodo" sul caso 'olgettine'.

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