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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Passaggio a Sud-Est: si migra anche attraverso i Balcani

I migranti che hanno fatto questa rotta sono stati 43mila nel 2014 secondo Frontex, più del doppio rispetto all'anno prima, e nei primi due mesi del 2015 sono stati già circa 20mila. Ilario Piagniarelli, giornalista, e Antonio Silvi, cameramen e montatore, hanno raccontato per Rai News il loro viaggio

In Italia, il tema dell'immigrazione è sempre attuale. In questo momento poi, con le elezioni Regionali alle porte il prossimo 31 maggio, il dibattito è caldissimo. Sull'essere accoglienti verso lo straniero o, al contrario, sul sostenere che nel Belpaese non ci sia spazio per loro perchè c'è la crisi e prima di tutto bisogna pensare agli italiani i candidati si giocano tantissimi voti. Le cronache raccontano ogni giorno di sbarghi a Lampedusa e le tragedie del mare non si contano più. Non per tutti coloro che cercano un futuro migliore però l'isola siciliana è la via per la terra promessa. Una grossa fetta di immigrati accede all'Europa da altre isole, Chios o Kos, in Grecia.

Ilario Piagniarelli, giornalista, e Antonio Silvi, cameramen e montatore, hanno raccontato per Rai News quest'altro viaggio, quello dei migranti che scelgono di fare la rotta dei Balcani; un lunghissimo percorso (oltre mille chilometri) fatto per lo più a piedi, lungo i binari del tracciato ferroviario che collega la Grecia all'Austria, per raggiungere poi la Germania. Sì perchè, se c'è una cosa che questi migranti hanno in comune con quelli che sbarcano in Sicilia, è proprio la meta: la maggior parte sogna di vivere nel Paese governato oggi dalla Cancelliera Angela Merkel.

Si tratta di migranti provenienti dal Medioriente, principalmente dalla Siria, terra conquistata dall'Isis, ma anche dall'Africa; scelgono la rotta dei Balcani perchè meno visibile e quindi più sicura di quella Mediterranea. Lo scorso 26 aprile, nei pressi di Veles, in Macedonia però si è consumata una tragedia: un treno ha investito 14 giovani afghani. Stremati dal lungo cammino, si erano addormentati sulle rotaie. Il giornalista Ilario Piagniarelli per realizzare il reportage "Passaggio a Sud-Est: l'incredibile viaggio dei migranti attraverso i Balcani" ha deciso di partire proprio da lì, da Veles.

"Veles si trova al centro della Macedonia, a un'ora e mezza di viaggio circa dalla capitale" racconta a Today.it. "Ci sono stato lo scorso 18 maggio per poche ore e nonostante questo non è stato affatto difficile incontrare i migranti", continua. I migranti che hanno fatto questa rotta sono stati 43mila nel 2014 secondo Frontex, più del doppio rispetto all'anno prima, e nel primi due mesi del 2015 circa 20mila persone hanno intrapreso questo viaggio; il trend è quindi in costante crescita", continua il giornalista Rai.

Immigrazione, la rotta dei Balcani

Vanno a piedi per evitare i controlli perchè una volta raggiunta la Grecia, dalla Turchia con dei gommoni, ottengono un documento che attesta che sono profughi siriani e che gli permette di stare legalmente nel Paese sei mesi, ma superati i confini tornano ad essere irregolari. "In Grecia alcuni di loro - spiega Ilario Piagniarelli- mi hanno raccontato di aver trovato un lavoro; credo dunque che usino quei risparmi per affrontare il resto del viaggio e con esso le spese che ne conseguono. Altri sono abbastanza benestanti; arrivano da Damasco, la capitale della Siria e portano con sè i soldi necessari. Una volta passato il confine e raggiunta la Macedonia hanno paura di essere beccati dalla polizia perchè se così fosse verrebbero rispediti in Grecia. Nella realtà però non hanno grossissimi problemi perchè i macedoni non li aiutano ma nemmeno li ostacolano e la polizia, da quanto emerge, li picchia ma poi li lascia andare dopo il pagamento di una tangente, circa 100 euro". Il percorso, a piedi, prosegue poi attraverso la Serbia, l'Ungheria e l'Austria. Qui i binari si interrompono e per raggiungere la meta ambita, la Germania, in molti pagano dei "traghettatori" che a bordo di furgoncini
e in cambio di denaro li conducono illegalmente a destinazione.

Tra i migranti intervistati da Ilario Piagniarelli c'è anche un africano, della Costa d'Avorio, sui 50 anni. La sua storia lascia traccia per la durata del suo viaggio: circa quattro anni. I suoi piedi sono gonfi e doloranti per tutta la strada che hanno percorso. La maggior parte dei migranti però sono giovanissimi, ventenni per lo più, e vogliono solo continuare gli studi. I loro, insomma, citando Ilario sono "sogni normalissimi" ma irrealizzabili in un Paese in guerra. "Perchè l'Unione Europea non ci fa arrivare in modo legale?" Si chiede uno di loro. "Se non possono aiutarci a casa nostra, ci aiutino così", conclude.

Il passaggio a Sud-Est dei migranti avviene anche attraverso un'altra via, da Patrasso o Igoumenitza verso l'Italia. Da lì partono i traghetti per Ancona. Ilario è stato anche lì. "Prima di prendere il traghetto- racconta - i tir devono passare i controlli e verso le 18 si forma una lunga fila. A pochi metri dal luogo in cui questo avviene c'è una collinetta dove si trovano i migranti che quando arriva il momento migliore si dirigono verso i tir per agganciarsi tra le due ruote. Alcuni tentano di aprire il tir per mettersi nel rimorchio". I controlli a Igoumenitza sono stati intensificati, sono stati introdotti degli scanner a raggi infrarossi per rilevare i corpi, e il fenomeno si è ridotto ma a Patrasso ha ancora dei numeri importanti.

L'immigrazione in Europa.  Nelle ultime settimane l'argomento è stato oggetto di discussione tra i Paesi membri e anche in questo caso, come per l'Italia, la divisione tra chi vuole fare la propria parte e chi non ne ha nessuna intenzione è netta. La Commissione europea lo scorso 13 maggio ha approvato la nuova agenda sull'immigrazione e stabilito che gli Stati membri accoglieranno i profughi per quote. Non tutti però hanno accolto favorevolmente questa decisione: quello della Francia, per esempio, è stato un secco no. Entro fine giugno il Consiglio europeo dovrà decidere se dare l'ok al piano elaborato dalla Commissione. "Adesso che si parla di redistribuire i richiedenti asilo tra i Paesi membri è il momento giusto di accendere i riflettori sulla rotta del Balcani. Su questa rotta orientale, infatti, gli occhi sono ancora chiusi", conclude Piagniarelli.

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