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Venerdì, 29 Marzo 2024
Tutti gli aspetti da chiarire / Milano

L'incendio della Torre a Milano: la facciata era "incombustibile", che cosa è andato storto?

I vigili del fuoco e i tecnici dovranno fare tutti gli accertamenti per capire cause e dinamiche del rogo. Ecco cosa scriveva l'azienda che ha curato il cappotto esterno dell'edificio

All'alba di lunedì era ancora "in fase di spegnimento" , secondo i vigili del fuoco, il palazzo di via Antonini a Milano, da ieri in preda a un incendio che l'ha letteralmente divorato. Le fiamme sembra siano partite dalla facciata, composta, secondo i residenti, da materiale ignifugo. Dal piano più alto fino al seminterrato, 60 metri di palazzo andato in fiamme con pannelli che "si sciolgono come burro" e una colonna di fumo visibile praticamente ovunque ieri in città. Appurare le cause è prioritario.

"Per l’isolamento a cappotto è stato scelto un materiale isolante incombustibile"

"Trattandosi di un edificio di notevole altezza con una particolare criticità nei riguardi della protezione da un incendio esterno alla facciata, per l’isolamento a cappotto è stato scelto un materiale isolante incombustibile come la lana di vetro al posto del materiale isolante plastico comunemente utilizzato in questa applicazione, Eps". A leggerlo adesso, ora che la torre dei Moro è poco più che uno scheletro ancora fumante, mette quasi i brividi, scrivono Gemme e Guarino su MilanoToday.

E' tutto nero su bianco nella presentazione del rivestimento esterno della torre di via Antonini che domenica pomeriggio ha preso fuoco trasformandosi nel giro di qualche minuto in una gigantesca torcia. I vigili del fuoco e i tecnici dovranno fare tutti gli accertamenti per capire cause e dinamiche del rogo. 

Resta da capire adesso, invece, di che materiale fossero i pannelli usati per la copertura della facciata che per legge non devono essere totalmente ignifughi ma soltanto parzialmente non combustibili.

Le fiamme, stando alle prime informazioni apprese, sarebbero divampate al 15esimo piano e si sono poi propagate prima verso l'alto e poi, innaturalmente, verso il basso. Anche se, così si legge nella presentazione dell'azienda che ha curato il cappotto esterno dell'edificio, la "lana di vetro" avrebbe dovuto garantire "ottimi livelli di isolamento" proprio perché è un "materiale isolante incombustibile". 

L'incendio della Torre dei Moro a Milano

La dinamica ha ricordato l'incendio della Grenfell Tower di Londra

"Le cause dell'incendio sono ancora in via di accertamento. Quello che però è apparso chiaro sin da subito è che il rivestimento esterno del palazzo è andato in fiamme in modo fin troppo rapido, in una dinamica che ha ricordato da vicino l'incendio della Grenfell Tower di Londra di qualche anno fa", ha rimarcato Beppe Sala, sindaco di Milano, facendo un parallelo - e le immagini sembravano davvero sovrapponibili - con il tragico rogo nella capitale inglese che era costato la vita a 72 persone, tra cui una coppia di italiani.

"La magistratura è già al lavoro per chiarire la dinamica dell'accaduto. Il mio auspicio è che le responsabilità siano accertate con rapidità. La Torre del Moro è stata costruita poco più di 10 anni fa e non è accettabile - ha concluso il sindaco - che un edificio così moderno si sia dimostrato del tutto vulnerabile".

Le ipotesi

"Posso fare solo delle ipotesi sulla  base di quel che vedo e di quel che leggo. Mi viene da dire una cosa:  visto che il fuoco pare si sia propagato solo all'esterno, se qualcosa non ha funzionato riguarda esclusivamente l'involucro e in particolare il suo rivestimento. Significa cioè che il sistema di sicurezza  interno ha funzionato". Lo dice al 'Corriere della sera' il professor  Angelo Lucchini, docente di Architettura tecnica al Politecnico di  Milano ed esperto di edifici alti e complessi e di questioni legate  alla sicurezza e al fuoco, in merito all'incendio che ieri ha  devastato un edificio in via Antonini, a Milano.  Secondo Lucchini il palazzo all'esterno si è acceso come un fiammifero  "perché il rivestimento è stato realizzato con materiale combustibile, in grado di reagire rapidamente all'innesco che, per quanto è dato  sapere, pare sia avvenuto a un piano alto" sottolinea l'esperto,  facendo notare che per le facciate "è inappropriato e non si concilia  con i requisiti di sicurezza rispetto al fuoco previsti dal ministero  dell'Interno per gli edifici civili". Un obbligo non esiste, rimarca  ancora Lucchini: "Le linee guida preparate dai vigili del fuoco per il ministero, fatte peraltro molto bene, hanno valore di raccomandazione. È però auspicabile che, anche alla luce di questo caso milanese, si  acceleri il passaggio a un livello obbligatorio".

E continua: "Non so che materiale sia stato utilizzato per il  rivestimento. La cosa evidente è la sua notevole reattività al fuoco,  dato che l'incendio si è esteso in brevissimo tempo ai livelli  inferiori di entrambe le facciate principali. Di norma non c'è la  necessità di proteggere le facciate con questo genere di impianti in  quanto i materiali stessi dovrebbero salvaguardarne la sicurezza". Tra il palazzo di via Antonini e la Grenfell Tower di Londra, che si era  incendiata velocemente "c'è una forte analogia - conclude Lucchini -.  Nel caso milanese fortunatamente non vi sono stati problemi di  evacuazione grazie al probabile rispetto delle regole costruttive  sulla compartimentazione che hanno evitato alle fiamme di aggredire i  piani interni. A Londra invece no ed è stata una tragedia".

L'incendio di Milano: perché le fiamme hanno divorato la Torre dei Moro in pochi minuti?

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