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Sabato, 20 Aprile 2024
Non solo Ravanusa / Agrigento

I 157 incidenti legati al gas in un anno in Italia. Chi gestisce e chi controlla la rete?

Sulla sicurezza anche i Comuni giocano un ruolo fondamentale, ma la stragrande maggioranza degli incidenti avviene in ambito domestico

Circa duecento operatori a gestire la distribuzione, quasi 265mila chilometri di tubi nel complesso. Sintetizzato con due numeri, è questo lo stato dell'arte delle rete di distribuzione del gas in Italia. Il tema della sicurezza di tale rete è tornato al centro dell'attenzione dopo la tragedia di Ravanusa, in provincia di Agrigento, dove a causa di un'esplosione provocata a quanto pare da una fuga di gas metano sono morte sette persone, ma il bilancio è in aggiornamento.

Chi gestisce e controlla la rete del gas in Italia? Secondo l'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), il gas viene distribuito nei centri abitati del nostro Paese tramite una rete che si estende per oltre 265mila chilometri. Gli operatori-gestori della rete erano 228 nel 2013, poi per alcune operazioni di fusione sono diventati 194 nel 2020.

Il maggiore tra questi è Italgas, che distribuisce gas anche a Ravanusa e ha fatto sapere che nell'ultima settimana non erano arrivate segnalazioni di alcun tipo che lamentassero perdite di gas al pronto intervento. Italgas ha spiegato anche che la rete in questione è stata ispezionata interamente nel 2020 e nel 2021. Altri grossi operatori del mercato sono 2i, A2A, Hera e Snam rete gas. Quest'ultima gestisce quasi per intero la rete di trasporto del gas naturale all'ingrosso.

Il rebus dei controlli

Sulla sicurezza, in generale, i Comuni giocano un ruolo importante per la prevenzione: ad esempio possono segnalare o contestare eventuali rischi o pericoli derivanti dalla posa delle tubature del metano. Ma non c'è in Italia un ente nazionale che si occupa in maniera esclusiva del "rischio gas", né una mappa aggiornata delle condutture in cui scorre il metano, spesso molto datate oltre che posizionate in territori con un elevato rischio idrogeologico (la degradazione del suolo non è un aspetto irrilevante ai fini della sicurezza delle rete del gas). Senza un monitoraggio costante, organizzato e centralizzato, i controlli spesso diventano un rebus.

Gli incidenti e le cause

Gli incidenti legati alla rete del gas nel nostro Paese non sono rari. I dati si possono estrarre da un report redatto su mandato dell'Arera dal Comitato italiano gas (Cig), un ente che ha il compito di elaborare le norme tecniche nazionali nel settore dei gas combustibili. Nel 2019, ultimo anno disponibile, ci sono stati 157 incidenti legati al gas canalizzato, 53 dei quali con esplosione/scoppio. In sedici casi ci sono state vittime. La maggior parte di questi 157 incidenti è avvenuta in ambito domestico: ha riguardato caldaie, scaldabagni, piani cottura. Solo undici casi sono invece legati alla rete di distribuzione. Più nel dettaglio, due erano legati alla parte interrata, cinque alla parte aerea e tre al cosiddetto gruppo di misura.

Le cause degli incidenti, escludendo gli atti volontari (suicidi, tentati suicidi e atti dolosi) sono diverse. Nel report si legge che il 22% è attribuibile ad apparecchi non correttamente manutenuti e malfunzionanti, il 19% degli incidenti e il 4% degli infortunati ricadono invece "nell'evacuazione dei prodotti della combustione non idonea o mancante". L'installazione irregolare ha provocato il 12% degli incidenti, il 10% degli infortunati e il 39% dei deceduti. E ancora: "La carenza di manutenzione ha provocato il 10% degli incidenti e il 9% degli infortunati. L'uso scorretto o un'errata manovra è stata la causa del 2,5% degli incidenti; a ciò si unisce la disattenzione, causa del 4,5% degli incidenti".

Nel rapporto, il Comitato italiano gas scriveva che questi dati "confermano la necessità di attivare i controlli in campo degli impianti e sulla regolarità delle manutenzioni, e dell'informazione dell'utente. In primo luogo, sia sul funzionamento degli impianti sia degli apparecchi, specie le caldaie, con specifico obiettivo il fenomeno diffuso degli incidenti con intossicazione da monossido di carbonio, ancorché questo avvenga ancor più in numero importante per causa di utilizzo di altri apparecchi con combustibile diverso dal gas".


 

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