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Giovedì, 28 Marzo 2024
La svolta

Luca Attanasio: c'è un indagato per l'omicidio in Congo dell'ambasciatore

Il governo di Kinshasa aveva puntato il dito contro le Forze democratiche di liberazione del Ruanda, ma fin da subito la verità sulla morte dell'ambasciatore è sembrata nascondersi dietro su chi doveva proteggerlo

C'è un indagato nel fascicolo per la morte dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, avvenuta a seguito di un agguato il 22 febbraio scorso nella Repubblica democratica del Congo. Si tratta di un funzionario congolese del Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp). E’ formalmente accusato dalla Procura di Roma di "omesse cautele" in relazione all'omicidio dei due cittadini italiani. L'indagato era il responsabile della sicurezza del convoglio nel quale viaggiavano Attanasio e Iacovacci.

Nell'agguato avvenuto in Congo era rimasto ucciso anche l'autista del mezzo. L'iscrizione è avvenuta dopo l'audizione del funzionario nelle scorse settimane. Le indagini dei carabinieri dei Ros sono coordinate dal procuratore di Roma, Michele Prestipino e dal pm Sergio. L'attacco risale allo scorso 22 febbraio nella provincia orientale del Nord Kivu: erano morti l'ambasciatore d'Italia Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il collaboratore del Programma alimentare mondiale (Pam) Moustapha Milambo. Sarebbe ormai accertata la presenza di "un'organizzazione" alle spalle di quanto accaduto: non solo banditi "di strada" organizzati in bande armate, si cercano ancora le figure al vertice.

Omicidio ambasciatore Luca Attanasio in Congo, c'è un indagato 

La mattina del 22 febbraio, Attanasio e Iacovacci stavano viaggiando sulla strada tra Goma e Rutshuru, in una regione del Paese africano - il Nord Kivu - da anni teatro di violenti scontri tra decine di milizie che si contendono il controllo del territorio e delle sue risorse naturali. Il diplomatico italiano avrebbe dovuto visitare un programma di distribuzione di cibo nelle scuole dell'agenzia dell'Onu, fresca di Nobel per la pace.

Le due auto del Pam furono invece fermate a circa 15 chilometri da Goma, nei pressi di Nyiaragongo, nel parco nazionale di Virunga. A bloccarle un commando di sei persone che aprì il fuoco, prima sparando in aria, poi uccidendo l'autista. Gli assalitori avrebbero quindi portato il diplomatico e il carabiniere della scorta nella foresta dove esplose un conflitto a fuoco con una pattuglia di ranger e con forze dell'esercito locale. Uno scontro nel quale Iacovacci e Attanasio rimasero colpiti a morte. Inutile per il diplomatico un disperato viaggio verso l'ospedale di Goma.

Il governo di Kinshasa aveva puntato il dito contro le Forze democratiche di liberazione del Ruanda, ribelli di etnia Hutu conosciuti per il genocidio del 1994, che hanno stabilito la loro roccaforte nell'area dell'agguato. Ma fin da subito la verità sulla morte dell'ambasciatore è sembrata nascondersi dietro una coltre sempre più fitta di affermazioni contraddittorie, di smentite, di rimpalli di responsabilità, in particolare su chi doveva proteggerlo e su aveva la responsabilità della sua sicurezza durante quell'ultimo viaggio.

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