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Sabato, 20 Aprile 2024
Il caso

Teresa e Trifone, l'indagato cambia versione: "Ero lì, ma non c'entro"

Emergono nuovi particolari sul delitto di Pordenone. L'unico indagato per l'omicidio dei due fidanzati Trifone Ragone e Teresa Costanza avrebbe cambiato versione: "Ero vicino al luogo del delitto"

ROMA - Ha sempre sostenuto di essere rimasto in casa quella sera, ma ora Giosuè Ruotolo - il ventiseienne unico indagato per l'omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza - avrebbe raccontato di essere uscito per qualche minuto e di essersi effettivamente trovato vicino al luogo del delitto.

Proprio lì dove i due fidanzati furono uccisi il diciassette marzo scorso, a Pordenone. La ricostruzione del ragazzo, che finora ha negato ogni accusa, secondo quanto scritto dal Corriere della Sera non ha mai convinto gli inquirenti. Sarebbero due, in particolare, gli elementi che contraddicono la tesi di Ruotolo: le immagini delle telecamere nella zona del delitto, che hanno ripreso per ben due volte l'auto dell'indagato, proprio nell'ora in cui la coppia sarebbe stata uccisa, e quei sette minuti di buco, tra un passaggio e l'altro, spiegabili solo con una sosta nella zona. La nuova versione del ventiseienne, scrive il Corriere della Sera, parrebbe chiarire proprio questi due aspetti, pur contraddicendo quello che finora aveva ribadito più volte.

"Quella sera - riconosce ora il militare sempre secondo la ricostruzione del Corsera - non sono stato a casa, ma sono uscito per andare al Palasport. Non mi sono fermato perché non trovavo parcheggio, così ho deciso di andare a correre nella zona. Poi però, a causa del freddo, dopo pochi minuti sono tornato a casa". Una versione inedita che Ruotolo avrebbe nascosto "per paura di compromettere il concorso alla guardia di finanza".
 

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