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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La storia / Venezia

"Russava in modo strano": quattro infermieri salvano la vita a un ragazzo sull'aereo

I sanitari erano seduti casualmente davanti al 32enne. "Quel respiro pesante lo abbiamo riconosciuto subito", dicono. Il giovane era andato in arresto cardiocircolatorio. Dopo 10 minuti il suo cuore ha ricominciato a battere

"Le vite e i cuori si salvano ovunque, non solo in ospedale". Così il primario di Cardiologia di Chioggia, Roberto Valle, ha commentato l'impresa di quattro infermieri del suo reparto che hanno soccorso un giovane di 32 anni andato in arresto cardiaco mentre viaggiava su un volo per la Francia. Le infermiere Katia De Bei, Gina Valentino, l'operatrice socio sanitaria Tiziana Cavallarin e l'infermiere Riccardo Baldo, tutti in servizio presso il reparto di Cardiologia di Chioggia (Venezia), erano sullo stesso aereo del giovane: avrebbero dovuto fare una "toccata e fuga" in giornata, a Parigi, per staccare dalla settimana faticosa in corsia. Il caso ha voluto che fossero tutti seduti nella stessa fila, la numero 16 di un volo Easy Jet, come si legge sul sito dell'Ulss 3 Serenissima.

L'infarto in volo

Dopo circa mezz'ora dalla partenza si accorgono però che il ragazzo seduto dietro di loro, che apparentemente stava riposando, russa in modo strano. E capiscono subito. "Ci giriamo tutti e quattro verso il giovane. Poi ci scambiamo uno sguardo d'intesa. Quel respiro pesante lo riconosciamo subito, non è un normale ronfare del sonno" dice Baldo ripercorrendo quegli istanti. Gli infermieri si rendono subito conto che non c'è tempo da perdere. Valentino si gira di scatto e comincia a chiamare il giovane uomo: "Signore, Signore… Riesce a sentirmi? Si sente bene?". Il ragazzo però non risponde. Non è cosciente.

"Non ci siamo dati per vinti"

I sanitari si alzano tutti e quattro e lo stendono di traverso su tre sedili. "Non sentiamo il polso, il respiro è debolissimo e capiamo che è in arresto cardiaco" raccontano. "Cominciamo a eseguire il massaggio cardiaco esterno, a mano, ma lo spazio è troppo stretto". Con l'aiuto di un altro passeggero gli infermieri riescono a far distendere il paziente in corridoio. De Bei strappa la camicia del giovane steso, per liberargli il torace. Valentino allerta l'assistente di volo chiedendo defibrillatore e forbici, per liberare meglio il torace dagli indumenti. Cavallarin spiega ai passeggeri la situazione e li tiene calmi.

"In quel momento lo diamo per perso - ricostruisce Baldo - ma non ci diamo per vinti e continuiamo a eseguire il massaggio a mano, in attesa del Dae (defibrillatore, ndr). Io calcolo che siano passati una decina di minuti e il cuore ricomincia improvvisamente a battere".

"Grazie e scusatemi, scusatemi di tutto" dice il giovane quando riprende conoscenza e si accorge di ciò che è accaduto. Nel frattempo, arriva anche la maschera dell'ossigeno a rinfrancarlo, mentre i sanitari continuano a monitorare i parametri vitali e la pressione, fino all'atterraggio a Parigi.

Arrivato in aeroporto a Parigi, il giovane è stato poi affidato alle cure di medici e infermieri del pronto intervento parigino. Da lì, i quattro "angeli del cuore" (così vengono definiti dalla Ulss) perdono le sue tracce, "e ci chiediamo per tutta la nostra giornata a Parigi come sta. Anche quando torniamo a Chioggia la notte scorsa".  

"La vocazione di salvare vite non va mai in vacanza"

Il primario di Cardiologia di Chioggia Roberto Valle si è detto "orgoglioso" per la sua équipe, "che senza saperlo è passata da una corsia di lavoro all'altra" a ricordare che la missione dei sanitari è quella di salvare vite. Ovunque.

"I nostri operatori sanitari si riposano in giro per l'Europa con queste bellissime fughe dalla vita, appagante ma faticosa, dei reparti ospedalieri, ma non vanno mai davvero in vacanza" ha commentato invece il direttore generale dell'Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato, "perché la vocazione alla cura, al prendersi carico delle sofferenze e della vita umana, per i nostri medici, infermieri e operatori, quella è una vocazione che non va mai in vacanza. Mi complimento per questo gesto con i nostri quattro infermieri, che rappresentano tutta la professionalità e la passione messa in campo ogni giorno dal corpo sanitario dell'Ulss 3 Serenissima".

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