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Sabato, 20 Aprile 2024
Le accuse

Arrestato leader di "Io apro" Biagio Passaro: ristori Covid illeciti per mezzo milione

Era in prima fila per protestare contro le chiusure anti covid e durante l'assalto alla Cgil di Roma. Ora è nei guai

I militari della guardia di finanza di Modena hanno arrestato l'imprenditore e leader di "Io apro" Biagio Passaro, già arrestato e poi scarcerato per l'assalto alla Cgil a Roma, avvenuto l'ottobre scorso. Tra le accuse c'è anche quella di aver percepito i così detti "ristori covid", cioè i bonus che lo Stato dava a imprenditori, commercianti e partite Iva per affrontare le chiusure dettate dalla pandemia.

Chi è Biagio Passaro, il leader di IoApro che si filma durante l'assalto alla Cgil e viene arrestato

Passaro avrebbe intascato quei bonus attraverso altre società quando non gli sarebbero stati neanche dovuti. Per le fiamme gialle, quei soldi sono stati acquisiti in modo indiretto, per conto di società, che comunque erano riconducibili al leader di Io Apro. Peccato che non gli spettassero. Infatti le documentazioni presentate per avere quei sostegni erano false. Così avrebbe intascato mezzo milione di euro. Da qui l'accusa di indebita percezione di erogazioni pubbliche. I finanzieri gli hanno sequestrato beni mobili e immobili, conti correnti e disponibilità finanziarie per 900mila euro.

Passaro accusato anche di bancarotta e autoriciclaggio 

Non solo. Per l'imprenditore di Castelfranco Emilia, a capo di un gruppo operante nel settore della ristorazione, le accuse sono anche di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. Cinque in tutto gli indagati. Secondo quanto emerso dalle indagini, in quanto amministratori di fatto e di diritto di una società dichiarata fallita nel settembre 2020, hanno sottratto alla disponibilità della procedura fallimentare una serie di documenti: libri, registri e altre scritture contabili previste dalla legge per ingannare i creditori.

Avrebbero anche portato via oltre 660mila euro, in gran parte utilizzati per fini personali, portando la società al dissesto con un passivo fallimentare di oltre 1,4 milioni. Alla fine, stando ai numeri dei finanzieri, l'azienda ha accumulato debiti nei confronti di dipendenti, dell'Erario e dei fornitori. I finanzieri di Modena hanno ricostruito operazioni di autoriciclaggio per un totale di 150mila euro. Di fatto avrebbe preso parte del capitale spostandole in altre attività economiche, cioè ad altre società dello stesso gruppo imprenditoriale. 
 

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