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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Tutti nei guai / Varese

Iptv, gli abbonamenti pirata per guardare partite di calcio e film: 1.800 persone denunciate

Chi avrebbe offerto abusivamente contenuti internet da piattaforme a pagamento è accusato di frode informatica, i suoi clienti di ricettazione

Un canone mensile di pochi euro per usufruire dell'abbonamento pirata Iptv (Internet protocol television) e guardare partite di calcio, film e serie tv in maniera illecita. Questo il meccanismo ben rodato. Un uomo residente nella provincia di Varese è indagato a Milano e rischia di finire sotto processo per i reati, tra gli altri, di violazione della proprietà intellettuale e frode informatica. Secondo gli investigatori della Guardia di finanza, l'uomo aveva un giro di 1.800 clienti: a loro avrebbe venduto abbonamenti pirata per diffondere su internet contenuti offerti da note piattaforme televisive a pagamento. I clienti sono stati denunciati per ricettazione.

Abbonamenti pirata a pay-tv: 1.800 denunciati

Secondo l'accusa, tra il 2017 e il 2020 l'indagato avrebbe offerto, dietro la corresponsione di un canone periodico a proprio favore, servizi televisivi a pagamento su tutto il territorio nazionale tramite proprie piattaforme internet. L'attività avrebbe fruttato proventi illeciti per 500mila euro, incassati mediante bonifici bancari o ricariche con carte prepagate. La frode si sarebbe concretizzata nella diffusione di interi palinsesti televisivi di canali ad accesso condizionato, oltre che nella trasmissione in streaming tramite un dispositivo connesso alla rete internet, come smart tv, tablet, pc, smartphone, di programmi la cui visibilità non è fruibile indistintamente da tutti gli utenti della Rete, in quanto criptati, ma riservata esclusivamente ai clienti sottoscrittori di regolari abbonamenti.

Attraverso i contatti presenti sui siti internet (numeri di telefono, indirizzi mail, canali di messaggistica istantanea dedicati), sempre secondo l'accusa l'indagato avrebbe gestito le richieste di informazioni e la stipula dei contratti di abbonamento con i singoli "clienti", i quali, in seguito alla comunicazione del "mac address", ricevevano il numero dell'ordine con gli estremi per l'esecuzione dei pagamenti. La Guardia di finanza ha così contestato illeciti amministrativi nei confronti dei numerosi "sottoscrittori" di abbonamento con l'applicazione di sanzioni per un ammontare complessivo di circa 300mila euro e, dall'altro, alla tassazione dei proventi illeciti in capo all'indagato, quantificati in circa 500mila euro, frutto delle operazioni di vendita illegale effettuate dal 2017 al 2020. Per l'uomo è anche scattata una denuncia per omessa dichiarazione delle imposte sui redditi.

Che cos'è Iptv e come funziona

Se oggi si acquista una smart tv e si accede allo store delle applicazioni per controllare le app più scaricate, ci si rende subito conto che le Iptv (Internet protocol television) sono in testa alla classifica. Non esistono più servizi legali per sfruttare una Iptv, il suo utilizzo è legato ormai allo sfruttamento e alla visione di pay tv pirata. Come "funziona" in concreto? Esistono veri e propri centri di produzione, illegali, con batterie di decoder sintonizzati ognuno su un canale singolo, tutte dotate di regolare abbonamento (molto spesso intestati a ignari prestanome): ogni tessera decodifica notte e giorno un canale specifico e il flusso, prelevato dall'uscita Hdmi del decoder, viene inviato ad un encoder hardware Mpeg2/Mpeg4 che lo trasforma in un segnale compresso compatibile con una trasmissione Ip. Ci penseranno poi i server, spesso all'estero, a diffondere il segnale.

Le Iptv pirata quindi rendono possibile la visione, attraverso internet, dei canali delle pay-tv normalmente trasmessi via satellite, attraverso la stipula di "abbonamenti" informali illeciti i quali, a fronte di costi irrisori per il cliente finale e dietro l'istallazione a volte di un semplice dispositivo domestico (il cosiddetto "pezzotto", non sempre necessario), offrono la possibilità di accedere all'intero palinsesto, nazionale ed internazionale, delle più note emittenti satellitari a pagamento. Per rendere possibile la trasmissione, le organizzazioni criminali - ben strutturate - pongono in essere una complessa infrastruttura tecnologica, basata sull'acquisto di abbonamenti genuini (le "sorgenti") da cui, attraverso un intricato sistema di decoder/encoder, il segnale viene trasformato in segnale-dati, scambiabile via internet. A questo punto, attraverso il ricorso a servizi tecnologici disponibili in commercio sul web, il segnale informatico viene assemblato in pacchetti e offerto al pubblico attraverso un sistema di "rivenditori" che arriva fino al cliente finale.
 

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