Maltempo, l'Italia nella morsa del "dissesto idrogeologico"
Nei giorni della "grande nevicata" l'allarme dei responsabili della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico: "Abbiamo 7mila opere da realizzare ma nel 90% dei casi non c'è nemmeno il progetto"
ROMA - Per intervenire sul dissesto idrogeologico dell'Italia ci sarebbero almeno settemila opere da compiere ma la gran parte di queste non sono ancora progettate e quindi i fondi per realizzarle restano bloccati. A fare il punto della situazione Erasmo D'Angelis, responsabile della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, in occasione della presentazione del rapporto annuale dell'Anbi proprio sul dissesto.
MANCANO I PROGETTI - "Abbiamo chiesto a tutte le regioni, alle autorità di Bacino e alle protezioni civile regionali di farci l'elenco delle opere e degli interventi che servono al paese per essere più sicuro. Da quindici giorni abbiamo un elenco di settemila opere da realizzare per un fabbisogno intorno ai 19 miliardi - spiega D'Angelis - ma la grande sorpresa negativa è che il 90% di questi interventi sono titoli, siamo ancora agli studi fattibilità, insomma non sono opere che possono essere cantierabili e quindi finanziabili".
I SOLDI CI SONO - Quanto al restante 10% delle opere da realizzare, servono circa 1,2 miliardi di euro. "Tutta questa cifra la finanzieremo nel 2015 - aggiunge - e riguarderà opere per la messa in sicurezza di Genova, della Toscana centrale, dell'Arno, il fiumi Seveso e Sarno, tutti quei piccoli corsi d'acqua che sono più pericolosi dei grandi".
IL FONDO PROGETTI - Erasmo D'Angelis, responsabile della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, ricorda che "abbiamo circa 6.500 opere da progettare e apriremo un fondo progetti con una dotazione di duecento milioni per aiutare le regioni in queste opere. Ma, come abbiamo spiegato ieri alla Regione Calabria e al sindaco del paese franato, la prima prevenzione è l'urbanistica perché non è più accettabile vedere situazioni, come in Calabria, di versanti che franano e si trascinano dietro mille case abusive in territori franosi, disboscati, dove e' stata fatta una violenza al etico lo idraulico e sono stati deviati o ostruiti i fiumi".
"COPIA E INCOLLA" - Pertanto "tutte le regioni possono fare un copia incolla dei vincoli posti da Puglia, Liguria e Toscana, che hanno reso inedificabili tutte le zone a rischio idrogeologico - conclude D'Angelis - i consigli regionali, ne abbiamo parlato ieri anche col presidente di quello della Calabria, possono approvare velocemente questa legge per dare un segnale forte ai cittadini che si volta pagina, non si rincorrono più le emergenze ma si fa prevenzione"
IL MINISTRO GALLETTI - Quanto ai fondi, tocca al ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, fare il punto: "Abbiamo semplificato molto il sistema e questo ci permette di spendere parte di quelle risorse, 2,3 miliardi, che erano bloccati per questioni burocratiche. Di questi 2,3 miliardi quasi un miliardo sono già cantieri, e quindi operativi. Continueremo per spendere anche il rimanente. Contemporaneamente sul fondo di coesione europea verranno stanziati cinque miliardi che andranno a finanziare il dissesto idrogeologico. In totale sette miliardi che potranno essere spesi nei prossimi sette anni sul dissesto idrogeologico".
LE PRIORITA' - Le priorità sugli interventi "verranno scelte in base alle richieste delle regioni, con accordi di programma che il ministero firmerà con le regioni interessate- spiega Galletti- sicuramente sara' tenuto conto anche dell'ottimo lavoro che le bonifiche hanno svolto". Tante opere però non sono ancora progetti cantierabili e quindi finanziabili, tuttavia il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ricorda gli interventi legislativi operati per velocizzare queste situazioni: "Oggi il presidente di Regione, come commissario straordinario, con un atto unico può sorpassare tutti quei permessi che prima richiedevano mesi di tempo per averli. Questo dovrebbe sveltire l'apertura del cantiere".
