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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Vicenza

Italiano detenuto da 6 mesi in Libano: l'arresto di Karim è un mistero

Il 24enne residente nel vicentino è detenuto dallo scorso marzo. Nel frattempo la Farnesina sta lavorando per evitare un altro 'caso Regeni'. Dietro l'arresto ci sarebbero degli scatti 'proibiti'

Dalla provincia di Vicenza arriva una storia che per certi versi ricorda quella di Giulio Regeni. Il 24enne italiano Karim Bachri, residente a Trissino, si trova in arresto in Libano dallo scorso marzo e attualmente si trova detenuto in un carcere del paese arabo che sta vivendo una situazione di conflitto.

Sei mesi di prigionia avvolti dal silenzio e una notizia uscita solo nei giorni scorsi. La vicenda è seguita dalla Farnesina ed è a conoscenza della questura di Vicenza. "La situazione è seguita da parte nostra: siamo a conoscenza di questo cittadino italiano all'estero in una situazione particolare", è lo stringato messaggio che arriva dagli uffici di viale Mazzini. Stando ai media locali tra le ragioni della detenzione, che non sarebbero state comunicate alla famiglia, ci sarebbero alcuni scatti proibiti ad alcuni siti militari, ma il caso appare complesso e, almeno al momento, ammantato di mistero. I funzionari del ministero degli Esteri sono al lavoro proprio per non rivivere un secondo 'caso Regeni'. 

Lo scenario

Anzitutto va tenuto conto dello scacchiere geo-politico in cui la detenzione avrebbe avuto inizio, quello libanese. Uno scacchiere confuso, in perenne stato di equilibrio precario, nel quale si affrontano e alle volte scontrano forze le più diverse: da quelle locali filo-atlantiche e filo israeliane a quelle locali filo iraniane (e in parte filo-siariane) incarnate dal movimento Hezbollah. Che a maggio ha vinto le elezioni politiche sconfiggendo il fronte filo-sunnita . Il tutto con i servizi arabi, siriani, russi, occidentali, cinesi che da anni si infiltrano per far sentire il proprio peso in un’area del pianeta che viene considerata strategica. Un Libano sul quale peraltro, secondo alcune indiscrezioni di stampa, potrebbero soffiare presto venti di guerra per volontà di Tel Aviv .

Le accuse

Ben poco si sa al momento sul tenore delle accuse che sarebbero state rivolte al giovane anche se la Farnesina, in raccordo con la Digos berica e con l’intelligence italiana starebbe valutando alcuni profili che poi sono i profili tipici di situazioni del genere: uno, arresto per errore o per scambio di persona; due, possibili legami con qualche cellula terroristica; tre, possibili legami con qualche cellula terroristica attivata da qualche organizzazione o Stato; quattro, lavoro sul campo su input di qualche servizio segreto nazionale od estero; cinque, ragioni economiche legate ad affari internazionali di grosso spessore; sei, traffici internazionali di qualche tipo; sette, reati comuni o vicende personali.

Da questo punto di vista non possono essere sottaciute le parole della madre del giovane, la trissinese Erica Masiero, riportate in queste ore sulle colonne del Giornale di Vicenza: «Karim è sempre stato molto curioso. In passato ha visitato anche l’ex Jugoslavia, l’Arabia e poi anche gli Stati Uniti. Sapere che si interessava al Libano, alla sua storia e alla sua cultura non ci è parso assolutamente strano». Si tratta per vero di paesi che hanno una rilevanza geo- strategica particolare, alcuni dei quali hanno cointeressenze dirette nello scacchiere del vicino oriente.

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