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Venerdì, 29 Marzo 2024
Morti bianche / Modena

Laila, l'operaia morta incastrata in un macchinario: il blocco di sicurezza e "l'operazione non sicura"

La relazione degli ispettori del lavoro: il doppio blocco di funzionamento meccanico era azionabile solo a mano. La donna lascia una figlia piccola e il compagno

La macchina fustellatrice nella quale è rimasta incastrata non ha lasciato scampo a Laila El Harim, l'operaia di 41 anni che martedì mattina ha perso la vita a Camposanto, in provincia di Modena, presso lo stabilimento della ditta Bombonette, un'azienda specializzata nella produzione di cartone per packaging. La donna di origine marocchina era in Italia da ormai una ventina d'anni e qui aveva costruito la propria famiglia. Laila risiedeva a Bastiglia, nel Modenese. Lascia il compagno e una figlia di appena 4 anni.

Laila El Harim, l'operaia morta a Camposanto (Modena)

Ieri mattina il suo turno di lavoro era iniziato da poco, quando è accaduto il dramma, con i colleghi che sono intervenuti in prima battuta e hanno subito lanciato l'allarme. Allarme cui i soccorritori hanno risposto rapidamente, ma la terribile dinamica dell'infortunio non ha lasciato scampo all'operaia, che da appena due mesi aveva iniziato il proprio nuovo lavoro presso l'azienda di Camposanto. Il corpo della donna è stato estratto dalla macchina, ma ormai era troppo tardi e il medico non ha potuto far altro che constatarne il decesso. I carabinieri e i funzionari della medicina del lavoro si stanno ora occupando della ricostruzione dell'accaduto.

In seguito al tragico episodio che ha coinvolto la lavoratrice dell'azienda di Camposanto, il direttore dell'Ispettorato nazionale del lavoro, Bruno Giordano, ha informato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha chiesto di essere costantemente aggiornato sugli accertamenti immediatamente effettuati. A seguito della relazione predisposta dagli ispettori del lavoro di Modena, si legge in una nota, è stato possibile accertare che la lavoratrice era stata assunta con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato e che nella giornata di ieri ha iniziato il proprio turno di lavoro presso la sede della Bombonette alle 5.50.

Il doppio blocco di funzionamento azionabile manualmente

Secondo le prime informazioni, la fustellatrice a cui lavorava Laila era provvista di un doppio blocco di funzionamento meccanico, ma purtroppo azionabile, da parte dell'operatrice, soltanto manualmente e non automaticamente. "Ciò ha consentito un'operazione non sicura che ha cagionato la morte per schiacciamento", si legge. Riguardo alla dinamica dell'infortunio e alla conformità del macchinario secondo i principi della massima sicurezza tecnicamente possibile, sono in corso specifiche indagini da parte degli ispettori Upg della Usl di Modena. Ulteriore documentazione acquisita sull'organizzazione della sicurezza verrà esaminata dal direttore dell'Ispettorato del lavoro che ne informerà Orlando anche "per definire, secondo le competenze, le azioni da intraprendere dopo aver stabilito l'esatta dinamica e le relative responsabilità", si conclude nella nota.

Le morti bianche e la reazione dei sindacati

Quanto accaduto riaccende i riflettori sulle morti bianche, che in questo drammatico 2021 fanno già segnare cifre record nel nostro Paese. Cordoglio è stato espresso dalla Cisl modenese, con una riflessione sulla sicurezza nelle fabbriche: "Dobbiamo constatare che gli infortuni sul lavoro, purtroppo anche con esiti mortali, continuano ad accadere nonostante i nostri numerosi appelli. Appena due mesi fa (il 4 giugno) - dichiara Domenico Chiatto, componente della segreteria Cisl Emilia centrale con delega alla salute e sicurezza sul lavoro - abbiamo promosso una manifestazione nazionale per fermare le stragi nei luoghi di lavoro. Già i dati del primo trimestre 2021 avevano rivelato, con la ripresa economica, un aumento dell'11% degli infortuni mortali nel nostro Paese, dovuto anche al tentativo di recuperare la produzione persa durante il lockdown. È indispensabile rafforzare la formazione e la cultura della sicurezza, ma anche l'azione di controllo e vigilanza". A Modena "non solo manca almeno il 30% degli ispettori del lavoro: sono pochi anche gli ispettori di Inps, Inail e Ausl, se si considera - conclude Domenico Chiatto - che devono controllare circa 58mila aziende modenesi con almeno un addetto".

La Cgil ha invece annunciato una nuova mobilitazione. "È finito il tempo per le parole - ha commentato Manuela Gozzi, segretaria generale della Cgil Modena -, ora abbiamo bisogno di azioni concrete, di messa in campo di risorse da parte delle istituzioni e delle autorità competenti, e di interventi tutti finalizzati per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro". Per opporsi a questo triste bollettino di guerra, la Cgil Modena sostiene e promuove, a partire da oggi, le iniziative di fermate dal lavoro che saranno proclamate dai rappresentanti sindacali nelle aziende dell'intero territorio provinciale. "Questa iniziativa - conclude Manuela Gozzi - vuole raccogliere la solidarietà dei lavoratori e delle lavoratrici del territorio e vuole lanciare una sfida: il lavoro, il suo valore, la sua dignità e la dignità di chi lavora devono tornare al centro della società. Non è più tempo di grandi intenzioni proclamate un minuto dopo la tragedia, è tempo di grandi scelte ed investimenti prima del prossimo incidente".

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