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Martedì, 16 Aprile 2024
Mafia / Trapani

Laura Bonafede: l'amante di Matteo Messina Denaro è stata arrestata

Le accuse sono di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena, aggravate dall'aver agevolato Cosa Nostra. Non è invece stata accolta la richiesta degli arresti domiciliari per la figlia della stessa Bonafede, Martina Gentile

È stata arrestata per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena - aggravati dall'aver agevolato Cosa Nostra - Laura Bonafede, maestra e figlia dello storico boss di Campobello di Mazara (Trapani), Leonardo Bonafede, che per anni sarebbe stata la compagna-amante di Matteo Messina Denaro. Le telecamere di videosorveglianza all'interno di un supermercato di Campobello di Mazara l'avevano immortalata mentre faceva la spesa e chiacchierava con il capomafia latitante. L'insegnante era già stata sospesa dal servizio. La donna farebbe quindi parte della rete di complici che ha protetto l'ex capomafia durante la sua lunghissima latitanza. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dal pm della direzione distrettuale antimafia Gianluca De Leo.

Risulta indagata per gli stessi reati anche Martina Gentile, figlia di Laura Bonafede. Per lei la procura aveva chiesto gli arresti domiciliari, ma il gip ha rigettato l'istanza per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza. Secondo gli investigatori, Laura Bonafede e Martina Gentile avrebbero condiviso anche periodi di convivenza con Messina Denaro durante la sua latitanza. Il gip di Palermo Alfredo Montalto definisce "concertante"come Messina Denaro abbia potuto trascorrere una vita normale, "nonostante anni e anni di ricerche, anche con i più sofisticati sistemi di intercettazioni e di videosorveglianza".

Chi è Laura Bonafede

Laura Bonafede era stata immortalata dalle videocamere di un supermercato mentre parlava con Messina Denaro due giorni prima del suo arresto. Il suo nome non era nuovo alle forze dell'ordine: era già uscito più volte durante le indagini nel periodo di latitanza. La donna avrebbe provveduto alle necessità di vita quotidiana del latitante: gli avrebbe più volte fatto la spesa, temendo che potesse essere contagiato dal Covid e non potesse uscire, e avrebbe condiviso con lui un linguaggio cifrato per tutelare l'identità di altri protagonisti della rete di protezione del boss.

Bonafede sarebbe stata insomma uno dei perni intorno al quale ha ruotato la clandestinità di Messina Denaro già a partire dalla metà degli anni '90. È cugina del geometra Andrea Bonafede (l'uomo che ha prestato l'identità al boss), del dipendente comunale, anche lui di nome Andrea Bonafede, che ha provveduto a fargli avere le ricette mediche necessarie per le cure del cancro, e di Emanuele Bonafede, uno dei vivandieri del padrino arrestato insieme alla moglie. Risulta sposata con il mafioso ergastolano Salvatore Gentile, in cella per aver commesso due efferati omicidi su ordine proprio di Messina Denaro.

"Si definivano una famiglia"

"Laura Bonafede, dopo aver conosciuto Matteo Messina Denaro nel 1997, ha addirittura instaurato con lo stesso uno stabile rapporto quasi familiare, coinvolgente anche la figlia Martina Gentile, durato dal 2007 sino al dicembre 2017, quando venne necessariamente interrotto a seguito di un'importante ennesima operazione di polizia, per poi riprendere, appena 'calmatesi le acque', negli ultimi anni sino all'arresto del latitante il 16 gennaio 2023". Lo scrive il gip Alfredo Montalto nell'ordinanza di custodia cautelare che ha disposto il carcere per Laura Bonafede.

Laura Bonafede, insomma, era legata a Matteo Messina Denaro "da un pluridecennale rapporto e aveva, in molteplici occasioni, condiviso con lui spazi di intimità familiare, a volte in compagnia della figlia, tanto che i tre si definivano 'una famiglia'". I due, secondo quanto scritto dalla stessa Bonafede in una lettera trovata dai carabinieri del Ros, si sono conosciuti nel 1997, quando Matteo Messina Denaro era già latitante insieme al padre Francesco. Entrambi erano protetti da Leonardo Bonafede, il padre di Laura, che aveva "concesso" alla figlia di far visita a Matteo Messina Denaro. "Ventisei anni fa ho chiesto di venirvi a trovare e mi è stato concesso - ricordava la donna in una lettera al boss scoperta dai carabinieri -. Non c'era motivo di quella visita ma forse si doveva aprire un capitolo e così fu. La vita è strana, fa dei giri incredibili e poi ti porta dove vuole lei. Noi possiamo solo farci trascinare".

"I segreti di Messina Denaro in covi ancora da scoprire"

"La cura quasi maniacale del latitante nell'annotazione di qualsiasi accadimento della sua vita, nella tenuta di diari e quaderni in cui trascriveva anche commenti, non può fare dubitare dell'esistenza di materiale di ben altra importanza sugli affari criminali di Messina Denaro custodito in altri covi non ancora individuati (e di cui, peraltro, v'è già traccia in alcune delle corrispondenze tra il latitante e Laura Bonafede che pure mostra di conoscerli)", scrive ancora il gip nell'ordinanza di custodia cautelare che ha disposto il carcere per Laura Bonafede.

Le lettere a Messina Denaro

I carabinieri hanno trovato lettere e biglietti di Laura Bonafede a Messina Denaro. "Laura Bonafede e sua figlia Martina Gentile erano in totale adorazione di Matteo Messina Denaro", scrivono gli inquirenti. "Tale adorazione non ha alcuna possibile spiegazione razionale e trova un senso solo nella totale adesione allo spirito, gli ideali ed i comportamenti di uno dei più feroci mafiosi conosciuti in territorio italiano", scrive il gip che ne ha disposto l'arresto utilizzando le valutazioni degli inquirenti. L'adorazione delle due donne non è venuta meno neppure in seguito alle vicissitudini giudiziarie subite dai Bonafede e dai loro parenti proprio per i rapporti con i Messina Denaro. Salvatore Gentile, marito di Laura Bonafede e padre di Martina, sconta l'ergastolo per aver eseguito gli ordini "di un criminale assassino". Nonostante questo "la Bonafede - prosegue il giudice - non ha esitato a organizzare la sua vita per fornire assistenza proprio a colui che è di fatto il responsabile (o uno dei responsabili) della sua sofferenza".

Laura Bonafede intervistata da La7

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