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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Catania

Laura Russo, uccisa dal padre per ritorsione ma “agli occhi del paese la colpevole è la madre”

Nell’agosto 2014 Roberto Russo uccise nel sonno la figlia dodicenne Laura, per vendicarsi della moglie che voleva lasciarlo ma Giovanna Zizzo denuncia: “In alcuni sguardi leggo atti d’accusa”. Simona Lanzoni di Fondazione Pangea Onlus: “Inaccettabile gogna subita dalla madre”

Oggi sarebbe stato il compleanno di Laura Russo, la bambina di San Giovanni La Punta (Catania) uccisa nel sonno a soli 12 anni dal padre, per ritorsione nei confronti della madre che voleva porre fine alla relazione. Roberto Russo è stato condannato all’ergastolo. Per i giudici del tribunale di Catania, l’intenzione di Russo, che uccise la figlia Laura e ferì gravemente la sorella di 14 anni, era quella di “infliggere un castigo alla loro madre per le sofferenze che aveva dovuto subire e per aver coinvolto i figli nella loro crisi coniugale”.

Qualche settimana fa, la madre di Laura, Giovanna Zizzo, ha inviato una lettera al Corriere della Sera per denunciare i pregiudizi della comunità del paese. “Mi avrebbe fatto piacere sentire il calore umano della gente, del sindaco, degli assessori, della comunità religiosa. E invece ho vissuto questi cinque anni con la netta sensazione di essere una figura fastidiosa. Una alla quale magari concedono questo o quello, sì, ma solo se lo chiede. Mai che qualcuno sia venuto dirmi: cosa possiamo fare per ricordare Lauretta? Sento addosso la certezza che se me ne stessi in un angolo, in silenzio, in tanti tirerebbero un sospiro di sollievo”, ha scritto Giovanna. “Quel che è peggio è che in alcuni sguardi leggo atti d’accusa: sono stata io — mi dicono quegli sguardi — ad aver armato la mano del mio ex marito, io ad essermi allontanata dopo aver scoperto che aveva un’altra, io ad avere la colpa di non aver lasciato correre... All’inizio uscivo solo se avevo addosso gli occhiali da sole, era impossibile sostenere quegli sguardi, sopravvivere al pregiudizio è stata una delle tante prove che ho dovuto affrontare. Ma ora so che ho sbagliato a sentirmi sbagliata. Io sono la mamma di Laura, ho lei dalla mia parte e potete pensare quello che volete. Non mi nasconderò mai più dietro un paio di occhiali”.

“A Giovanna oggi non rimane che l’amarezza di sentirsi accusata dagli sguardi di alcuni compaesani, che la scrutano con sospetto per essersi voluta allontanare dal quel nucleo familiare che non esisteva. Un paese che, a partire dall'amministrazione, non le ha mai fatto sentire calore umano e vicinanza”, denuncia oggi, nel giorno del compleanno di Laura Russo, Simona Lanzoni, vice presidente Fondazione Pangea Onlus e coordinatrice Reama, rete per l'empowerment e l'auto muto aiuto per le donne che subiscono violenza e per i loro figli/e.  

“Mentre tutta Italia chiama Giovanna per parlare di Laura, nelle scuole, nelle conferenze, a San Giovanni La Punta non c’è una targa o una stele che ricordi la bambina. Ricordarla sarebbe invece un monito per i violenti, una cicatrice doverosa e necessaria”, dice Lanzoni.

“Facciamo quindi appello all'attuale sindaco e a tutta l'amministrazione comunale perché prenda posizione in primis contro questa gogna che Giovanna deve subire quotidianamente, dichiarando apertamente da che parte sta e assumendo tutte le iniziative necessarie a ricordare la storia di Laura nei modi dovuti per sensibilizzare le coscienze degli uomini e delle donne. Ma ci rivolgiamo anche alla parte buona del paese, che sappiamo essere tanta, perché prende pubblicamente le distanze da chi, ancora oggi, dimentica chi sia la vittima. A Giovanna oggi non resta altro che l'immenso dolore per una figlia che non c'è più a cui si aggiunge l'amarezza per il trattamento che deve subire”, conclude Lanzoni.

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