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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mistero / Brescia

Laura Ziliani, il giallo della mail anonima: "Ho visto il vicino che trasportava un corpo"

Otto giorni dopo la scomparsa di Laura Ziliani, all’indirizzo di posta elettronica della polizia locale della Valle Camonica, arriva un messaggio inquietante: "Il nostro vicino che ha preso sulle spalle una signora priva di sensi dalla loro macchina"

Il mittente non è mai stato identificato dagli inquirenti. Otto giorni dopo la scomparsa di Laura Ziliani, all’indirizzo di posta elettronica della polizia locale della Valle Camonica, arriva un messaggio inquietante: "Il nostro vicino ha preso sulle spalle una signora priva di sensi dalla loro macchina". Il giorno seguente ha appreso che si trattava "della "signora Laura" (Ziliani). La persona diceva di essere stata pagata per il suo silenzio, ma di essere pronta a negoziare un nuovo accordo. Tutti gli accertamenti per arrivare all’intestatario dell’indirizzo di posta elettronica, creato in provincia di Varese, non hanno portato a nulla di concreto.

Laura Ziliani: la mail anonima del 16 maggio 2021

Quel 16 maggio la vigilessa era ancora una persona scomparsa. Il suo cadavere verrà ritorvato solo tre mesi più tardi. Centinaia di persone la cercarono invano, ovunque nella zona. Il 23 maggio il ritrovamento nel letto del torrente Fiumeclo di una scarpa sinistra aveva segnato una prima svolta nelel indagini. Silvia, la maggiore delle due figlie dell’ex vigilessa, l’aveva riconosciuta come una delle calzature della madre. Una serie di accertamenti avevano fatto emergere come fosse assai improbabile che il torrente avesse potuto trasportare la scarpa fino a quel luogo.

Due figlie di Paola Ziliani e Mirto Milani sono stati arrestati la scorsa settimana. Hanno fatto scena muta davanti al gip i tre finiti in carcere per Secondo quanto si apprende, le due figlie della vittima, Paola e Laura Zani, e Mirto Milani, findazato di Silvia, hanno infatti deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Alessandra Sabbatucci. Secondo la ricostruzione dei magistrati della procura di Brescia, avrebbero ucciso la vigilessa e poi nascosto per tre mesi il cadavere della donna. Da qui la duplice accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere che ha portato al loro arresto in carcere.

Il movente dell'omicidio, sostengono gli inquirenti, è economico

Il movente dell'omicidio, sostengono gli inquirenti, è economico: secondo il gip che ha accolto la richiesta di arresto dei pm, gli accertamenti patrimoniali effettuati durante le indagini hanno fatto emergere "precisi interessi di natura economica in capo ai protagonisti della vicenda". Le due figlie della vittima e Milani, infatti, "avevano un chiaro interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell'amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare". Il loro obiettivo, sempre da quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare, era "risolvere i rispettivi problemi economici e rientrare dell'esborso di 40 mila euro che la scomparsa aveva sostanzialmente imposto alle figlie Paola e Silvia per mettere a reddito alcuni appartamenti".

La vittima fu prima narcotizzata con del bromazepan, un potente sonnifero, ansiolitico e antidepressivo, e poi uccisa molto probabilmente per soffocamento. Per l'esatta causa del decesso bisognerà attendere l'esito degli accertamenti medico legali disposti dagli inquirenti bresciani. Di certo la vigilessa "non è morta nel luogo dove il suo cadavere è stato rinvenuto" ma il suo corpo è rimasto "in un luogo riparato che ne ha rallentato il deterioramento". Gli inquirenti sostengono "che Laura Ziliani abbia trovato la morte all'interno delle pareti domestiche per mano dei tre soggetti ivi presenti la sera dei fatti e che gli accadimenti successivi altro non siano che un tentativo di depistaggio posto in essere dagli autori del reato". L'omicidio è infatti "frutto di una lunga premeditazione" da parte dei tre indagati che hanno tentato di "celare per lungo tempo la morte della donna" con l'unico obiettivo "di depistare le indagini a loro carico".

La mail anonima del 16 maggio 2021 rimane un mistero irrisolto.

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