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Venerdì, 26 Aprile 2024
Immigrazione

I migranti regolari sono una risorsa e non un peso: ecco perché

Secondo lo studio "Immigrati e sicurezza sociale" in Italia coloro che lavorano pagano le tasse ma non pesano sul welfare perché non usufruiscono della previdenza sociale

Si chiama "Immigrati e sicurezza sociale: il caso italiano" lo studio a cura del ministero dell'Interno e del centro studi e ricerche Idos. Un report che cerca di comprendere sotto diversi punti di vista come i migranti nel nostro Paese accedono ai servizi sociali.

Secondo il rapporto i cittadini migranti con documentazione regolare sono circa il 7,4% della popolazione e questa cifra è destinata ad aumentare. La maggior parte di loro risiede nel nord del Paese. I dati fanno riferimento al 2012 e rispetto agli anni passati si rileva un lieve aumento.

Nonostante la crisi l'occupazione migrante è aumentata di circa il 31,4%, arrivando a incidere per circa il 10% sull'occupazione complessiva. Ciò probabilmente dipende anche dalla legislazione italiana che riguarda il rilascio del permesso e della carta di soggiorno: per poter avere il visto che consente di rimanere nel nostro Paese spesso è necessario avere un lavoro regolare, anche se precario. "Le persone che vengono in Italia lo fanno per lavorare e se non trovano lavoro se ne vanno, tornando nel proprio paese d'origine o spostandosi in altri Stati" spiega Riccardo Compagnucci, vice capo vicario del dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del ministero dell'Interno.

I lavoratori migranti hanno un contratto e pagano tasse e contributi destinati ai servizi di welfare. Ma spesso non usufruiscono di questi servizi: "Le attività remunerate sono obbligatoriamente coperte sotto l'aspetto previdenziale ma ciò avviene parzialmente per i lavori più precari. Questi limiti vengono sperimentati in misura maggiore dagli immigrati che, pur fruitori marginali del sistema, sono ritenuti da molti un impedimento a una più soddisfacente copertura degli italiani" così si legge nello studio. Invece "ai cittadini non comunitari non si può addebitare un abnorme accesso alle prestazioni di sicurezza sociale".

In poche parole i migranti regolari sia per quanto riguarda il permesso di soggiorno che per quanto riguarda il lavoro non pensano sullo stato sociale e sui servizi anzi: "Dalle pensioni alla sanità gli immigrati danno più di quello che prendono" conclude Alberto Bordi vice prefetto della direzione centrale per le Politiche dell'immigrazione e dell'asilo del ministero dell'Interno. Nonostante ciò percepiscono in media salari tendenzialmente inferiori ai lavoratori italiani di circa un 25% in meno. Una risorsa che porta contributi ai servizi del welfare senza poi usufruirne.

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