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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il report

Morire di lavoro, le vittime sono sempre più giovani

Le denunce di infortuni con esito mortale presentate all'Inail nel 2021 sono state 1.221, 49 in meno rispetto alle 1.270 registrate nel 2020 (-3,9%) ma pesa il Covid, tra casi resi noti in ritardo e ricorso allo smartworking. Crescono le denunce di malattia professionale

Di lavoro in Italia si continua a morire. Mentre il 2022 si apre nel peggiore dei modi - solo negli ultimi giorni si sono registrati una sfilza di incidenti da Nord a Sud - arrivano i dati dell'Inail per il 2021. Nel report dell'Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro emerge chiaramente quanto il Covid abbia influenzato anche questo ambito. Meno casi ma c'è l'effetto smart working. Si abbassa l'età media delle vittime.

Meno morti, ma "pesa" il Covid

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all'Inail nel 2021 sono state 1.221, 49 in meno rispetto alle 1.270 registrate nel 2020 (-3,9%). Il confronto tra il 2020 e il 2021 degli open data mensili richiede però cautela in quanto i dati delle denunce mortali, più di quelli delle denunce in complesso, risentono di una maggiore provvisorietà anche in conseguenza della pandemia da Covid con il risultato di non conteggiare tempestivamente alcune tardive denunce mortali da contagio. 

L'Inail spiega che "i decessi causati dal Covid-19 avvengono dopo che è intercorso un periodo di tempo più o meno lungo dalla data del contagio. Per un confronto più corretto e puntuale, si dovrà quindi fare riferimento alla Relazione annuale dell'Istituto di metà anno, in occasione della quale saranno diffusi i dati degli open data annuali (più consolidati di quelli mensili), con l'aggiornamento al 30 aprile 2022". 

Il decremento rilevato tra il 2021 e il 2020 è legato sia alla componente femminile, i cui casi mortali sono passati da 138 a 126 (-8,7%), sia a quella maschile, che è passata da 1.132 a 1.095 (-3,3%). Il calo riguarda le denunce dei lavoratori italiani (da 1.080 a 1.036) e comunitari (da 61 a 48), mentre quelle dei lavoratori extracomunitari passano da 129 a 137. Dall’analisi per fasce d’età emergono incrementi per gli under 34 (+6 casi) e per la classe 40-49 anni (+55), e decrementi in quelle 35-39 anni (-12) e over 50 (-98 decessi, da 852 a 754).

I pericoli maggiori nel percorso casa-lavoro

I dati rilevati al 31 dicembre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un aumento degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+29,2%, da  62.217 a  80.389 casi), che sono diminuiti del 32% nel primo bimestre del 2021 e aumentati del 50% nel periodo marzo-dicembre (complice il massiccio ricorso allo smart working nell’anno 2020, a partire proprio dal mese di marzo). In calo del 3,5% (da  492.123 a  474.847) quelli avvenuti in occasione di lavoro, ridotti dell’11% nel primo trimestre 2021, aumentati del 18% nel semestre aprile-settembre e calati di nuovo nel trimestre ottobre-dicembre (-22%).

Crescono quindi i decessi avvenuti in itinere, passati dai 214 casi del 2020 ai 248 del 2021 (+15,9%), mentre quelli in occasione di lavoro sono diminuiti del 7,9% (da 1.056 a 973).

Denunce

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di dicembre sono state 555.236, 896 in più (+0,2%, contro il +2,1% della rilevazione al 30 novembre) rispetto alle 554.340 del 2020, sintesi di un decremento nel trimestre gennaio-marzo (-11%), di un incremento nel semestre aprile-settembre (+21%) e di un nuovo calo nel trimestre ottobre-dicembre (-16%), nel confronto tra i due anni.

La mappa delle denunce

Si registra una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-9,2%), al contrario del Nord-Est (+6,4%), del Centro (+5,2%), delle Isole (+4,8%) e del Sud (+0,1%). Tra le regioni si registrano decrementi percentuali in tutte quelle dell’area Nord-Ovest, a cui si aggiungono la Provincia autonoma di Trento, la Campania e la Puglia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di Molise, Umbria e Calabria. 

Incidenti al maschile

Il lieve aumento che emerge dal confronto del 2020 e del 2021 è legato alla sola componente maschile, che presenta oltre 34mila denunce in più (da 320.609 a 354.679 denunce, pari al +10,6%), mentre quella femminile registra oltre 33mila casi in meno (da 233.731 a 200.557, pari a -14,2%). L’incremento ha interessato solo i lavoratori extracomunitari (+8,6%), al contrario di quelli italiani (-0,8%) e comunitari (-8,0%). L’analisi per età mostra incrementi tra gli under 34 (+20,5%) e per gli over 70 (+4,7%) e decrementi per i 35-69enni (-8,1%).

Le malattie professionali

Crescono le denunce di malattia professionale. Nel 2021 ne sono state protocollate dall’Inail 55.288, oltre diecimila in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+22,8%. Anche qui un andamento altalenante: calo del 26% nel periodo gennaio-febbraio, un aumento del 54% in quello di marzo-settembre, un lieve calo dello 0,4% a ottobre e di un nuovo incremento del 18% nel bimestre novembre-dicembre, nel confronto tra i due anni).

Le patologie denunciate tornano quindi ad aumentare, dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia con denunce in costante decremento nel confronto con gli anni precedenti. L'Inail spiega che "nel 2020 i vari arresti e ripartenze delle attività produttive hanno ridotto l’esposizione al rischio di contrarre malattie professionali. Allo stesso tempo, lo stato di emergenza, le limitazioni alla circolazione stradale e gli accessi controllati a strutture sanitarie di vario genere hanno disincentivato e reso più difficoltoso al lavoratore la presentazione di eventuali denunce di malattia, rimandandola al 2021".

L’incremento registrato ha interessato sia la gestione assicurativa dell’Industria e servizi (+23,2%, da 37.052 del 2020 a 45.632 casi del 2021), sia quelle dell’Agricoltura (+22,2%, da 7.504 a 9.167) e del Conto Stato (+4,7%, da 467 a 489), e tutte le aree territoriali del Paese: Nord-Ovest (+22,7%), Nord-Est (+29,4%), Centro (+22,1%), Sud (+26,6%) e Isole (+6,1%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (36.163 casi), del sistema nervoso (6.337) e dell’orecchio (3.614) continuano a rappresentare, anche nel 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori (1.702) che superano quelle del sistema respiratorio (1.643), queste ultime le sole a registrare un calo rispetto al 2020.

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